Alcuni giochi per smartphone ascoltano quel che “riceve” il tuo microfono. Tuttavia, è bene precisare: non ascoltano quel che dici, ma catturano quello che stai guardando in televisione, per esempio.
Questo “atteggiamento” è qualcosa che le app per smartphone hanno già avuto modo di dimostrare da un po’ e la maggior parte delle non crede che questo possa corrispondere a realtà. Usano l’accesso al microfono per determinare che cosa guardiamo, quali annunci sentiamo e quali telegiornali preferisci. Un rapporto pubblicato sul New York Times mostra che la pratica potrebbe essere più frequente e più segreta di quanto i consumatori vorrebbero.
I media affermano di aver identificato più di 250 giochi nel Google Play Store che includono un tipo specifico di software per monitorare le abitudini televisive degli utenti. Molte di queste app nascondono questa pratica nella loro descrizione, sotto la dicitura”leggi di più”, negli accordi di licenza.
Un gioco che è stato installato per condurre l’indagine è il puzzle Endless 9*9 di Imobile Game Studios. Questa ha immediatamente richiesto l’accesso alla posizione e al microfono, senza alcuna spiegazione.
L’applicazione ha rivelato che stava monitorando i “dettagli del pubblico televisivo” per “mostrare contenuti e annunci relativi alla TV“, ma gli utenti non dovevano concordare in modo proattivo. E’ quel che insomma viene definito come “dati non collaborativi“, ovvero senza aver richiesto o dato il consenso per essere compilato o senza che l’utente sia stato informato, ma opera invece in un modo poco chiaro o troppo tecnico.
Nel 2016, la Federal Trade Commission degli Stati Uniti ha avvertito una dozzina di sviluppatori che utilizzano un software chiamato SilverPush grazie al quale le persone potrebbero ricevere notifiche chiare in merito ai dati che vengono raccolti e qual è lo scopo.