Da quando è entrato nelle nostre vite, oramai anni fa, WhatsApp ha cambiato radicalmente il modo di comunicare con il mondo. Per inviare messaggi a parenti, amici o colleghi di lavoro non si utilizzano più gli sms e tutto resta concentrato sulla chat di genere più popolare al mondo. Una tale concentrazione comporta inevitabilmente rischi per la propria privacy.
Quando spiare WhatsApp diventa legale
Sul nostro cellulare sono spesso presenti informazioni riservate che non devono essere divulgate a persone terze. Quando queste persone – spiando il device senza un’autorizzazione – giungono alla fonte, stanno commettendo un’infrazione.
Guardare senza il permesso i dati sensibili di un utente è quindi illegale, anche se le normative attuali non penalizzano in maniera plateale chi non rispetta la legge.
Nelle ultime settimane un caso ha creato molto scalpore. In Spagna il magistrato María del Rosario Cimadevila Cea, a capo della seconda sezione civile del tribunale di Pontevedra, ha stabilito che non vi è reato per i genitori che spiano il profilo WhatsApp dei loro figli.
Per la sicurezza dei minori
La tutela dei minori, infatti, implica anche la possibilità di entrare in contatto di informazioni riservate ottenute in chat. In questo modo un genitore potrà sempre essere al corrente della sicurezza del proprio figlio.
La sentenza, inevitabilmente, ha creato non poche polemiche. Da una parte i puritani reputano questa sentenza non congrua al diritto internazionale, dall’altra c’è chi guarda al provvedimento con ad una vittoria del buon senso.
La verità è che con WhatsApp sono cambiati i termini della nostra privacy e che ancora non vi sono leggi reali in grado di stabilire quali sono i limiti da rispettare e quelli da superare