Col termine Wi-Fi si identifica una rete di telecomunicazioni che permette la connessione di più dispositivi sia tra loro sia alla rete internet, attraverso l’utilizzo di onde radio che creano una copertura di piccola scala. Tale tecnologia, il cui nome fu coniato nel 1999, permette in parole povere di connettere vari dispositivi (l’applicazione più comune consiste nella connessione dei dispositivi alla rete internet) senza l’ausilio di fili o cavi, ma utilizzando opportuni apparecchi (router o modem) che permettono ai vari apparecchi di collegarsi alla rete internet.
Questo tipo di tecnologia ha quindi portato notevoli migliorie nella connessione quotidiana alla rete internet e, in un mondo sempre più connesso, ha subìto uno sviluppo esponenziale tanto che oggi praticamente ogni abitazione ha a disposizione una connessione Wi-Fi.
Uno dei problemi principali legati a tale tipo di rete è che di base nasce come una rete non protetta; ciò vuol dire che nel caso in cui si acquistasse ad esempio un router Wi-Fi e lo si installasse in casa propria, di default tale rete risulterebbe libera, ciò vuol dire che chiunque si trovi nel raggio d’azione del router (la cui estensione dipende dal particolare dispositivo) potrebbe connettersi “abusivamente” alla nostra rete e nei casi più gravi, potrebbe entrare in possesso dei dati scambiati attraverso quella rete. Per questo, negli anni, sono stati sviluppati dei protocolli che garantissero agli utenti una maggiore sicurezza delle proprie reti.
L’ultimo protocollo sviluppato prende il nome di WPA2 (acronimo di Wi-Fi Protected Access), la cui origine risale al 2004, e permette, in soldoni, tramite l’ausilio di una password scelta dall’utente, di proteggere e rendere sicura la propria rete Wi-Fi.
Negli ultimi giorni però è trapelata la notizia che al CES 2018
Questo nuovo protocollo promette interessanti novità sia per quanto riguarda dispositivi IoT sia per quanto concerne le reti pubbliche. Sarà infatti possibile, tramite i nuovi dispositivi compatibili con tele protocollo, impostare per ciascun IoT connesso ad una rete delle credenziali, costituite da username e password, personalizzate, cosa prima impossibile attraverso il vecchio protocollo WPA2. Inoltre le connessioni tra un generico access point (ad esempio un router domestico) e un client (ovvero un dispositivo connesso alla rete Wi-Fi, come ad esempio uno smartphone) saranno criptate e quindi protette; tale accorgimento risulta particolarmente importanti per le reti pubbliche, particolarmente esposte a tentativi di intercettazione di dati.
Un’ulteriore novità introdotta da tale protocollo è l’inserimento di un sistema di sicurezza aggiuntivo, grazie al quale saranno limitati i tentativi di accesso ad una rete. Ciò vuol dire che nel caso in cui si tenti di accedere ad una rete Wi-Fi, inserendo una password errata oltre un certo numero di volte, non sarà più possibile ritentare l’accesso per un certo periodo di tempo o addirittura si sarà esclusi definitivamente dall’accesso.
Non è ancora chiaro se gli attuali dispositivi saranno in qualche modo aggiornati in modo tale da sfruttare questo nuovo protocollo, ma di sicuro i dispositivi di nuova produzione ne saranno dotati, garantendo agli utenti sonni più tranquilli e meno preoccupazioni sulla sicurezza dei proprio dati.