Lo scorso Agosto i quasi cinque milioni di clienti Sky sono stati raggiunti da una notizia ben poco piacevole. La pay tv britannica, sulla scia dei provider telefonici attivi in Italia, ha deciso di rimodulare il suo sistema di pagamento. Gli abbonati, anziché pagare la mensilità ogni 30 giorni, sono stati spinti a pagarla ogni 28 giorni.
Addio pagamenti ogni 28 giorni
La novità ha fatto infuriare non poche persone e la polemica (specialmente sul web) non si è fatta attendere. Il gran rumore dei consumatori ha riattivato le orecchie di Governo e Parlamento. Nella nuova legge di Bilancio, gli organi legislativi ed esecutivi hanno deciso di bandire dalla legge i pagamenti ogni 28 giorni.
Cosa cambia per Sky: risparmi ed eventuali rimodulazioni
L’AGCOM – ente che si è battuto con tenacia contro questo tipo di fatturazione – ha deciso che entro il 4 Aprile tutte le società dovranno adeguarsi. La cosa vale quindi anche per Sky. La pena per chi dovesse (o volesse) aggirare la legge è predisposta in sostanziose multe pecuniarie.
Per i clienti Sky il cambiamento dovrebbe significare un notevole risparmio sulla quota di abbonamento. Il costo annuale della pay tv, stante le cose, andrà a diminuire di circa l’8%.
Il condizionale è però d’obbligo. Proprio come i provider telefonici, anche Sky potrebbe decidere di cambiare unilateralmente i suoi contratti ancora una volta. Nei prossimi mesi scopriremo se l’azienda deciderà di far scontare la decisione di Governo e Parlamento ai suoi abbonati con rincari sul conto mensile.