Android

Xiaomi Mi A1: gli hacker non possono lavorare sul device perchè il produttore non rilascia i sorgenti

Xiaomi Mi A1 è il primo Android One del produttore cinese

Ancora un altro OEM viola la licenza GPL. Parliamo di Xiaomi, la quale non ha ancora rilasciato il codice sorgente del kernel del suo top gamma Android One –  Xiaomi Mi A1.

Leggi anche: Ethereum, il 19 gennaio è previsto nuovo hard fork, ecco di cosa si tratta

I produttori di smartphone Android sono tenuti a rilasciare i sorgenti del kernel, un dovere imposto dalla licenza GPLv2 del kernel di Linux. Ora, Xiaomi Mi A1 è stato presentato da parecchio tempo, e ancora sul GitHub ufficiale di Xiaomi non v’è traccia del codice.

Purtroppo, questa è una pratica piuttosto diffusa nel mondo di Android. Gli OEM dei budget phone con SoC MediaTek, ad esempio, non rilasciano praticamente mai i sorgenti; Motorola sotto Lenovo è stata recentemente accusata di violare la licenza GPL, rilasciando codici incompleti.

Gli sviluppatori Android utilizzano il codice sorgente per creare un kernel personalizzati, che modificare il modo in cui un dispositivo funziona, consentendo ad esempio l’overclocking, una migliore durata della batteria, o il controllo della temperatura della CPU. Uno dei più grandi sviluppatori del kernel personalizzati, Francisco Franco, ha “ripreso” pubblicamente Xiaomi

, incoraggiandola ad adempiere ai suoi doveri.

Ma questo, comunque, è un comportamento tipico di Xiaomi. Per quanto riguarda le ultime due ammiraglie, Mi 6 e Mi 5, l’azienda ha rilasciato i sorgenti sei mesi dopo la presentazione. Xiaomi Mi A1 è stato presentato da tre mesi circa, quindi se Xiaomi segue la sua tipica timeline, gli utenti dovranno attendere altri tre mesi per poter usufruire degli hack degli sviluppatori indipendenti.

È comprensibile che i clienti si aspettino di meglio dal Mi A1. Come primo smartphone Android One di Xiaomi, il Mi A1 è fortemente promosso da Google come smartphone costantemente aggiornato – oltre ad essere lo smartphone più diffuso di Xiaomi.

Finora, non abbiamo potuto ascoltare Google, ma in caso di novità non mancheremo di aggiornarvi.

Condividi
Pubblicato da
Alessandro Stomeo
Tags: xiaomi mi A1