Lo scorso settembre il team commerciale di Sky è stato al centro di una bufera. La pay tv, in linea all’azione portata avanti dai gestori telefonici, ha deciso di cambiare unilateralmente i contratti di tutti gli abbonati passando da una fatturazione mensile ad una con pagamento ogni quattro settimane.
In pratica la piattaforma ha dichiaratamente alzato il suo costo medio annuale dell’8,4%. Nonostante sia stata data ampia comunicazione ai clienti, la questione ha tenuto banco per molti mesi.
La storia recente ci dice che l’intervento di Governo e Parlamento ha cancellato dalla normativa nazionale la possibilità di ricevere pagamenti ogni quattro settimane. Ciò significa che Sky ed i gestori di telefonia dovranno ritornare sui loro passi.
L’AGCOM ha stabilito per il 4 Aprile la data limite entro cui ripristinare i pagamenti ogni trenta giorni.
Il ritorno alla vecchia fatturazione comporterà delle riduzioni di prezzo per gli abbonati Sky? Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, la risposta è no. Proprio come TIM, anche la pay tv potrebbe decidere di cambiare sì i contratti per legge, ma allo stesso tempo di non diminuire il gettito economico.
L’aumento dell’8,4% annuo previsto con la fatturazione ogni 28 giorni sarebbe riportato sugli abbonamenti con fatturazione ogni 30 giorni. In poche parole, si riceve una bolletta in meno ma si paga qualcosina in più.