Android One è un’iniziativa portata avanti da Google dal 2014. Lo scopo iniziale era quello di portare il sistema operativo del robottino verde anche negli smartphone di fascia bassa che sarebbero stati destinati ai paesi in via di sviluppo. Una fetta di mercato fatta potenzialmente da miliardi di possibili compratori in cui sostanzialmente non c’è concorrenza, o per lo meno da parte di Apple. Fascia bassa e iOS non vanno a braccetto. Un’idea solida, ma che nonostante gli sforzi non ha portato il risultato sperato, ma Google non ha gettato la spugna e ha semplicemente modificato il tiro.
Sulla carta sembrava tutto perfetto. Da proporre un semplice software, Google ha iniziato diverse partnership con produttori minori di smartphone. Aziende specializzate nella produzione di telefoni dal costo di 100 dollari, e meno, avrebbero avuto un sistema operativo degno di questo nome. La nuova versione di Android gestiva il telefono in modo pulito lasciando spazio a pochissime personalizzazioni per concentrarsi sulla velocità e fluidità in modo da compensare l’hardware.
Per diversi motivi l’operazione non ebbe il successo sperato. Tra i motivi principali c’era il fatto che i telefoni non risultavano particolarmente accattivanti, oltre al fatto di essere poco commercializzati. Solo alcuni sono riusciti a trovare una sorta di successo, ma questo non bastò a decretare il progetto come un successo.
Dal 2014 sono passati ormai quattro anni e i telefoni Android One
sono un’altra cosa. Google ha iniziato una collaborazione con compagnie assai più grosse come Xiaomi, HTC e Motorola. I nuovi smartphone Android One hanno un prezzo che oscilla tra i 250 dollari e i 400, abbastanza per poterli definire di fascia media. Un prezzo del genere ha permesso uno sfruttamento maggiore delle potenzialità di questa variante di Android e il risultato sono stati dispositivi ricercati anche nel design e nell’hardware con un sistema operativo veloce e fluido come nucleo. Poche personalizzazioni, niente di più, proprio come Google ha pubblicizzato “Tutto quello che vuoi, niente che tu non voglia”.Detto questo Google non ha di certo abbandonato i mercati emergenti e i miliardi di potenziali clienti. Ha creato un’ennesima variante del suo sistema operativo, Android GO. Anche in questo caso la versione è ridotto all’osso, contiene solo il necessario, con le principali applicazioni di Google aggiornate a versione GO come Google Maps e l’assistente virtuale. Ottimo per dispositivi con 512 MB o 1 GB di RAM. A questo giro però la partnership finisce qui e i produttori hanno carta bianca nella creazione dei propri dispositivi.
Alla fine, mentre il progetto di espandersi è stato affidato a questa nuova versione, Android One ha ottenuto la possibilità di svilupparsi ulteriormente offrendo un’esperienza simile ai vecchi Nexus e ai nuovi Google Pixel