L’andamento non proprio positivo del download del nuovo iOS era già percepibile tra i mesi di novembre e dicembre 2017, dal momento che l’incremento degli aggiornamenti era stato solo del 7%. Dagli ultimi dati di gennaio 2018 però le difficoltà sono molto più evidenti, dal momento che viene esplicitamente detto che solo il 65% di tutti i dispositivi che potrebbero essere aggiornati a iOS 11 hanno effettivamente installata questa versione.
Più precisamente il 65% utilizza iOS 11, il 28% è fermo ad iOS 10 ed è presente anche un buon 7% di dispositivi fermi a versioni ancora precedenti.
Molti hanno puntato il dito contro l’ammissione di Apple di sfruttare l’obsolescenza programmata, ovvero di rallentare volutamente le prestazioni dei dispositivi più vecchi con la motivazione ufficiale di migliorare i consumi della batteria, che altrimenti risulterebbero eccessivi e finirebbero col danneggiare definitivamente iPhone e iPad in tutto il mondo.
Probabilmente una scelta con un fine nobile, ma che di sicuro non ha reso felici i propri utenti, che hanno reagito evitando di aggiornare i propri dispositivi nel tentativo di preservare le prestazioni migliori anche a scapito delle novità introdotte dal nuovo iOS.
O forse, invece, non sono state introdotte novità tali da giustificare un aggiornamento, spingendo gran parte degli utenti a rimanere con un sistema già conosciuto e ben rodato, che non ha mai causato grandi problemi o disagi.
Sono significativi, a questo proposito, i dati relativi allo stesso periodo dell’anno scorso, che invece raccontano una storia decisamente diversa: iOS 10 infatti era già installato sul 76% dei devices, una copertura nettamente superiore a quella di quest’anno.
Altre motivazioni potrebbero essere legate alla lunga serie di bug e falle nei sistemi di sicurezza che sono stati riscontrati dai primi utenti che hanno provato il sistema operativo in anteprima, spingendo gli appassionati del melafonino ad aspettare una release più sicura e che non causasse problemi e rallentamenti, nonostante la possibilità di effettuare il downgrade ad una versione precedente in caso di insoddisfazione.
A nulla sono serviti gli aggiornamenti rilasciati nel frattempo, che aggiungevano correzioni dei bug più noti, l’introduzione di Apple Pay Cash, il Wirelass Charging e anche un miglioramento dei sistema di sicurezza contro Spectre, una delle maggiori vulnerabilità delle moderne CPU riscontrata negli scorsi mesi e in grado di permettere la lettura di parti della memoria normalmente non accessibili, a programmi e applicazioni non autorizzate.
Sarà forse l’inizio del declino della grande casa tecnologica americana? È sicuramente presto per dirlo, nonostante molti abbiano già tratto le loro conclusioni a riguardo, volgendo gli occhi al grande rivale di sempre, il robottino verde di Android,