Questa modalità di fatturazione era stata introdotta qualche tempo fa (circa 2 anni) dalle aziende di telefonia mobile(ma anche dalla Pay Tv) e aveva portato ad un aumento dei prezzi dell’8,6% semplicemente perché in tal modo era stata introdotta una mensilità in più del normale.
In pratica in 12 mesi si paga 13 volte. Ma a partire da aprile non sarà più così. D’altronde la decisione da parte di TIM di ritornare alla fatturazione di 30 giorni non è stata spontanea, bensì un adeguamento al decreto fiscale approvato dal governo nel dicembre dello scorso anno, che impone questa modalità di fatturazione a tutte le compagnie telefoniche sia di rete fissa che di rete mobile e finanche alle aziende di PayTv.
TIM si adegua, ma imporrà un aumento del costo delle tariffe che avrà lo scopo di compensare il mancato introito derivante dal pagamento di una mensilità in meno. Mensilità che però, risulta fittizia in quanto venutasi a creare per l’introduzione della fatturazione a quattro settimane. Quindi l’aumento dell’ 8,6% resta, ma invece di pagarlo tutto insieme come ulteriore rinnovo delle ultime 4 settimane, sarà dilazionato come aumento delle singole mensilità
Ma siamo curiosi di capire in quale direzione vorranno muoversi le compagnie e di conoscere le modalità con cui esse comunicheranno queste importanti novità ai propri clienti. Vodafone per esempio ha redatto appositamente una nota sul proprio sito con la quale avvisa i propri clienti di questa novità.
La decisione del governo, inoltre, era arrivata dopo il braccio di ferro che si era generato durante tutto lo scorso anno e che ha visto fronteggiarsi una serie di attori di prim’ordine: a partire dall’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che già nella scorsa primavera aveva emesso una delibera che però era stata ignorata dalle aziende e che ha portato addirittura ad una sanzione di tutte le principali compagnie di 1,16 milioni di euro. Questo evento è stato accolto con favore dalle associazioni dei consumatori, Codacons in primis, che da tempo avevano denunciato una mancanza di trasparenza e di simmetria tra la fatturazione eseguita ogni 28 giorni e le campagne pubblicitarie, che risultavano in tal modo, a detta delle associazioni stesse, ingannevoli.
La questione si è dunque conclusa e le compagnie telefoniche si sono velocemente messe al passo visto che sono previste, all’interno dell’emendamento specifico del decreto fiscale che il senato ha approvato nel dicembre scorso, delle pesanti sanzioni per le aziende inadempienti e corrispettivi indennizzi per i consumatori che saranno vittime di pratiche divenute a tutti gli effetto contro la legge. Ma le compagnie hanno pensato bene di compensare con un aumento generale delle tariffe dell’ 8,6%. Comunque cattive notizie per i consumatori.