Nel campo della robotica ci sono già tante scoperte importanti a riguardo, ad esempio le nuove protesi, i metodi chirurgici e così via. La nuova scoperta coinvolge i concetti alla base dell’algoritmo che aiuta i robot a muoversi in modo accurato e regolare. È stato scoperto che tale algoritmo può essere applicato ai farmaci.
La scoperta, fatta dai ricercatori dell’Istituto per la progettazione proteica dell’Università di Washington, è incentrata sui “gradi di libertà”. Nel modo più semplice, il concetto può essere definito come la gamma di movimenti che un robot può raggiungere. In questo modo è possibile elaborare algoritmi complessi al crescere del numero di articolazioni e movimenti possibili. Tali algoritmi rendono più facile testare e progettare i robot in modo che si muovano in modo appropriato. Le molecole possono essere pensate come aventi articolazioni e intersezioni – ognuna con i suoi gradi di libertà, appunto. Dunque le scoperte sui movimenti robotici saranno applicabili alle molecole, e quindi in campo medico.
Secondo Ian Haydon, i peptidi utilizzati nella creazione dei farmaci devono assumere forme 3D precise per funzionare. Essere in grado di predire quelle forme aiuta a comprenderne il funzionamento. Le scoperte relative ai robot possono aiutare proprio in questo aspetto specifico.
Il problema sta nella scoperta delle configurazioni appropriate. Utilizzando una serie di smartphone e un algoritmo generale di chiusura cinetica, il team di ricerca è stato in grado di passare da circa 10 punti di partenza sicuri per i farmaci a oltre 200 – compreso quello nell’immagine sottostante. Alcuni di quei nuovi peptidi, dice Haydon, presentano proprietà chimiche completamente nuove che dovranno essere esplorate ma che potrebbero portare grandi benefici all’industria farmaceutica, oltre a eliminare alcune congetture.
La tecnologia non smette mai di sorprenderci. Un chirurgo, Shafi Ahmed, ha utilizzato gli occhiali Snap Inc. e poi altre tecnologie VR per creare un nuovo metodo di allenamento supplementare per i chirurghi in formazione. Sebbene controverso, pensa che la metodologia potrebbe far avanzare la formazione. Un altro chirurgo, Paul Szotek, ha preceduto tali sforzi utilizzando Google’s Glass come modo per fornire più formazione iniziale agli studenti. Tuttavia, Szotek ha anche sfruttato le funzionalità di connettività del dispositivo AR per applicare patch alle parti esterne quando necessario per i consulti offsite.
Nonostante la formazione fosse in realtà l’uso previsto per AR e VR, entrambi i casi sopra elencati hanno superato le aspettative. Questi strumenti, infatti, è probabile che salvino vite umane nei casi in cui un chirurgo o un medico necessiti di aiuto, se non si ha l’esperienza necessaria. Quindi, indipendentemente da ciò che le nuove tecnologie portano con sé, ci saranno sempre risultati potenzialmente benefici non previsti.