Fondata nel 1971 da Dr Martin Weiss l’agenzia di rating indipendente Weiss, appunto, si era occupata sino ad ora del rating di circa 55’000 istituzioni finanziari e di investimento classiche, tra cui, come scrive lo stesso fondatore sul sito della compagnia, banche, unioni di credito, stock, fondi comuni d’investimento e compagnie di assicurazione di praticamente tutte le nazioni del mondo.
Il primo rating della storia di Bitcoin & Co. è stato rilasciato mercoledì 24 gennaio dalla società con un lieve ritardo a seguito di un attacco subito qualche ora prima dell’annuncio da parte della Corea del Sud, i cui media, a detta di Weiss Rating, avrebbero rilasciato notizie riguardanti un eventuale rating negativo da parte loro, ma che non essendo giunto a termine ha comunque permesso a Weiss di rilasciare i propri giudizi.
Al Bitcoin, il re delle monete virtuali, è assegnata una C+, che corrisponde a un “Fair”, valore per cui l’indicazione è “Hold”, ovverosia tenere. Per la moneta virtuale di Ethereum, vale a dire l’Ether, il giudizio è stato migliore, una B che corrisponde a “Good ” con relativa indicazione “Buy”. Ma come vanno interpretati questi risultati? Innanzitutto c’è da dire che delle 74 monete virtuali analizzate da Weiss nessuna è riuscita a raggiungere la A che corrisponde a “Excellent”, per cui Ethereum risulta essere il primo della classe con la sua B che comunque sottende l’indicazione di investire in questa valuta insieme ad un eventuale rating A, ovviamente. Per quanto riguarda i giudizi C l’indicazione corrispondente è quella di mantenere l’asset stabile.
La differenza tra le due più importanti criptovalute è dovuta, secondo Weiss, alle caratteristiche più vantaggiose che Ethereum possiede rispetto al Bitcoin, tra cui la tecnologia di base che può velocemente essere migliorata e una maggiore velocità nelle transazioni che va incontro comunque a dei colli di bottiglia. Il Bitcoin sarebbe viceversa gravato dall’annoso problema del “bottleneck” dei network che rallenta le transazioni aumentandone il costo (che in questo periodo si aggira attorno ad una media di 10$ per Bitcoin) e dal problema di non avere un meccanismo veloce come quello del concorrente per migliorare il codice del software.
Per quanto concerne il metodo utilizzato per effettuare il rating, il fondatore di Weiss spiega, sul proprio sito web, che sono stati analizzati quattro parametri principali:
- L’indice di rischio che misura:
- le fluttuazioni di prezzo relative ed assolute su scaglioni temporali multipli
- variazione tra picchi e depressioni in termini di frequenza e ampiezza,
- imperfezioni di mercato in su o in giù
- L’indice di ricompensa che valuta:
- ricavi in rapporto ai movimenti medi,
- ricavi assoluti in rapporto ad un benchmark,
- ricavi sul lungo periodo
- L’indice di avanzamento tecnologico che valuta il livello di anonimato, le capacità di gestione, le possibilità di miglioramento, l’efficienza energetica, l’interagibilità con le altre blockchain ecc…
- L’indice fondamentale misura, invece la velocità e la scalabilità delle transazioni, la penetranza nel mercato, la sicurezza del network, il decentramento nella produzione dei blocchi, la capacità del network, l’accettazione da parte del pubblico e l’entità dell’intervento degli sviluppatori.