Generalmente il crollo di una moneta è dovuto a problemi socio-politici (ad esempio la guerra in un Paese, rivoluzioni, problemi interni, inflazione, disoccupazione); eccessiva compra vendita quindi aumento della richiesta ma insufficienza di “pezzi” monetari; immissione nel mercato di una nuova moneta; svalutazione della moneta vera e propria dal punto di vista fisico (ad esempio nel passato, quando le monete erano formate da metalli preziosi, veniva sostituita parte del metallo con uno di poco valore) oppure a causa di un controllo decisionale della Banca Centrale (banca amministratrice di una vasta zona di banche in una determinata area geografica, come ad esempio la BCE, banca centrale europea).
Quest’ultima ipotesi non è valida però nel caso delle monete virtuali, le quali, pur appartenendo al circuito delle monete presenti in borsa, non sono controllate da nessuna banca né da nessun utente, i quali sono invece tutti uguali, si tratta appunto di una rete peer-to-peer ovvero una rete dove nessun membro prevale sugli altri, senza nessun capo o amministratore.
Ethereum crolla, da cosa dipende?
Il calo e l’innalzamento della moneta virtuale è quindi dato dai membri della stessa rete, dalle loro azioni di compra-vendita. Come può allora una moneta amministrata dagli stessi “azionisti” subire un calo così forte? Una delle spiegazioni immediate è che dopo un altissimo aumento si ha subito un profondo ribasso, ad ogni picco corrisponde un calo, nota anche come legge di stabilità. Ricordiamo infatti che a dicembre tutte le monete del circuito delle criptovalute, hanno subito un profondo aumento, si è innalzato tantissimo il livello di vendite nel mese, rispetto ai precedenti e rispetto anche agli altri mesi dell’anno.
Verrebbe ora quindi da chiedersi come mai dopo tanto amore, le persone decidano di non investire più sulla borsa virtuale. Una spiegazione abbastanza plausibile è che gli utenti non stiano più riscontrando affidabilità nella moneta e che quindi decidano di ritirare tutti i loro depositi, venderli ma che nessuno riesca/voglia comprarli. Una sorta di parallelismo al crollo della borsa americana del 1929.
La vera domanda da porsi ora è quindi: Come mai nessuno riscontra più fiducia nella tanto decantata Moneta virtuale? Una delle tante risposte potrebbe essere il fatto che i nodi della rete abbiano paura di attacchi informatici, i così detti cyber sabotaggio, cyber attacco, questo perché essendo appunto le reti delle monete virtuali strutturate in modo che ogni nodo abbia gli stessi diritti, opportunità e facoltà di tutti gli altri, chiunque, dall’hacker malintenzionato più famoso a un intelligentissimo ragazzino con molta voglia di smanettare nella rete, possono modificare tutte le proprietà della rete rendendo insicuri i Wallet virtuali e, nel caso di un sedicente hacker, farne ciò che vogliono, ovviamente senza che nessuno risalga a lui poiché appunto all’interno delle reti tra pari si gode moltissimo della proprietà di anonimato: nessuno risale ai movimenti degli altri né all’indirizzo con cui si collegano alla rete, né al dispositivo, né niente.
Onde evitare, quindi, sgradevoli notizie, probabilmente molti nodi in questi giorni hanno deciso di partire prevenuti e ritirare tutti i loro guadagni, molti o pochi che siano, con la sicurezza di non perdere nulla.