Il Garante della Privacy ha sanzionato Tim per 870 mila euro per aver contattato utenti che avevano espressamente negato la volontà. È stata quindi una scelta consapevole dell’azienda e non un caso di negligenza.
Il caso risale al 2015, quando l’azienda avviò una campagna pubblicitaria nei confronti degli ex clienti con l’intento di “verificare se volessero cambiare idea”.
Per mesi, Tim ha effettuato pubblicità via telefono agli ex clienti senza il loro consenso. Il comportamento dell’operatore, secondo l’Autorità si è svolto sulla “base di una scelta consapevole e non per mera negligenza” in quanto aveva “tutti gli elementi interpretativi che le avrebbero dovuto consentire di assumere delle decisioni in linea con l’ordinamento vigente e con gli orientamenti dell’autorità“.
I clienti
contattati, circa 400 mila, avevano già espresso il parere contrario verso questo tipo di telefonate. Il 70% degli utenti contattati da Tim, hanno cambiato idea fornendo il consenso a telefonate pubblicitarie. Il Garante scrive: “Dagli accertamenti svolti è emerso che Telecom ha violato la disciplina sulla protezione dei dati effettuando attività promozionali nei confronti di una platea amplissima di destinatari senza il loro consenso“.Inizialmente le sanzioni previste erano di 60 mila euro per aver violato l’articolo 162 del Codice in materia di protezione dei dati personali. Altri 150 mila euro la violazione dell’articolo 164 dello stesso codice ma sono state quadruplicate. La multa è stata quadruplicata per il semplice motivo che solo 210 mila euro sarebbero stati inefficaci sapendo le condizioni economiche dell’operatore. Ovviamente nemmeno 870 mila euro sono tanti per Tim, anzi, ma di più non era possibile multarla.