Il social network più usato al mondo, Facebook starebbe testando un nuovo tasto molto richiesto da tutti gli utenti. Per ora la novità è comparsa solo negli Stati Uniti e probabilmente dovremo aspettare ancora un po’ prima di vederla spuntare sui nostro smartphone.
Mark Zuckerberg ha spiegato da molto tempo che una funzione del genere non era assolutamente nei piani, ma ora con questa novità si può dire che ha accontentato una piccola parte di utenti.
Facebook sta testando il tasto che tutti aspettavano
Sto parlando del tasto “non mi piace“, sogno proibito da moltissimi utenti di Facebook già dagli inizi. Più precisamente il tasto si chiama “downvote” ma non ha proprio la stessa funzione di un “non mi piace”. Per il momento, questa funzione è abilitata solamente ai commenti degli altri utenti.
Non potremo quindi votare negativamente l’intero post, ma solo i commenti sottostanti delle pagine pubbliche. Questa funzione è disponibile solo per alcuni utilizzatori di Facebook ovviamente in lingua inglese, trattandosi di Stati Uniti. Sembra essere ancora molto limitata.
Lo scopo di questo esperimento sarebbe quello di studiare l’integrazione degli iscritti quando si trovano davanti contenuti inappropriati. In certe situazioni, gli utenti possono utilizzare il tasto downvote segnalando al social la motivazione che li ha spinti a premerlo. Dopo averlo cliccato infatti, appaiono delle caselle nelle quali è possibile dire se il contenuto vi sembra “offensivo“, “ingannevole” o “off topic“.
Una volta che è stato segnalato il motivo del downvote, il commento viene nascosto dal posto. Questo è il motivo che potrebbe accedere molte polemiche. L’azienda ha dichiarato che grazie a questo strumento il social potrebbe portare avanti una campagna più solida contro fake news e disinformazione.
Facebook ci tiene inoltre a dire che non si tratta di un pulsante “non mi piace”, giusto per dare il proprio parere, ma di una funzionalità in grado di offrire un feedback sulla qualità dei commenti. Per ora, come già detto si tratta solo di un test negli Stati Uniti, dovremo quindi aspettare qualche mese per sapere se l’iniziativa andrà in porto o no. E soprattutto se dovesse arrivare anche nel nostro Paese.
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