State molto attenti quando acconsentite al trattamento dei vostri dati personali perché ciò significa che non saranno più protetti dalla normativa sulla privacy. La legge che regola la Privacy e il trattamento dei dati personali è il decreto legislativo 196 del 30 giugno del 2003. Esso regola il trattamento su tutti quei dati che identificano una persona e che possano fornire qualunque tipo d’informazione sulla stessa. Trattare i dati personali significa effettuare operazioni di: organizzazione, raccolta, consultazione, registrazione, modifica, elaborazione…
Solitamente gli utenti preferiscono non ritrovarsi con la casella di posta elettronica satura di promozioni, volantini ed offerte inviate dalle aziende; stesso discorso dicasi per il cellulare. Ricevere in continuazione chiamate e messaggi promozionali può risultare alquanto fastidioso. Per questo motivo gli utenti spesso preferiscono non sbarrare la seconda casella ed evitare di farsi sommergere da notifiche e chiamate indesiderate.
Vi è mai capitato di riempire un modulo con tutti i vostri dati personali? Solitamente, alla fine di questi moduli vi sono sempre due caselle da sbarrare con una X:
- La prima riguarda il trattamento dei dati personali da parte dell’azienda per cui si sta compilando il modulo;
- La seconda riguarda il consenso da parte dell’utente a ricevere informazioni su promozioni e pubblicità.
Nel 2015, l’azienda Telecom ha deciso di violare l’accordo sancito con ex clienti e clienti attuali che non hanno fornito il consenso alla ricezione di promozioni, effettuando delle telefonate illecite. Nel 2007 la compagnia telefonica aveva avuto l’obbligo di dotarsi di un sistema di protezione dei dati personali a norma e dunque, la presenza d’irregolarità rende evidente il tentativo di aggirare la legge. Tentativo che porterà il garante della privacy a multare la società per un importo pari a 840.000 euro.
Tim, una multa davvero salata
La campagna promozionale illecita ha visto coinvolte più di 2 milioni di utenze contattate al fine di accaparrarsi nuovo consenso. Gli utenti hanno subito segnalato le irregolarità alle autorità competenti che si sono prodigate ad adottare un provvedimento che risolvesse il problema. Ciò è accaduto il 22 giugno 2016, con conferma da parte del Tribunale civile di Milano, che ha rigettato il ricorso presentato dall’azienda.
La compagnia telefonica ha scelto di violare la legge, nonostante i continui solleciti da parte del Garante della privacy, che in questi anni le ha fornito gli strumenti per interpretare e applicare correttamente i dettami della normativa riguardante la sicurezza della privacy.
La Telecom continua a essere nell’occhio del ciclone, si aggiunge infatti questa nuova multa a quelle recenti dell’antitrust per pratiche commerciali scorrette e per abuso di posizione dominante.
Il fatturato della Telecom, tuttavia, supera i 20 miliardi. Gli 840.000 euro, per il colosso italiano della telefonia, non sono altro che briciole. Questo fatto potrebbe portare la compagnia a perseguire il suo operato illecito sottostimando la gravità del problema. Da questo punto di vista, una maggiore severità nell’imposizione delle sanzioni, potrebbero tutelare maggiormente il cliente, i suoi interessi e i suoi diritti.