Un tribunale tedesco, un mese fa, ha decretato che la politica del nome reale di Facebook è illegale e che gli utenti devono essere autorizzati a registrarsi per il servizio anche sotto pseudonimi, questo per rispettare una legge decennale sulla privacy. La sentenza, resa pubblica solo ora, proviene dal tribunale regionale di Berlino. È stata dettagliata oggi dalla Federazione delle organizzazioni dei consumatori tedeschi, i quali avevano intentato causa contro il social network per questo motivo.
La risposta di Facebook
Ovviamente come prima mossa, il social network, ha deciso di appellarsi alla sentenza. In ogni caso, apporterà anche delle modifiche per conformarsi alle leggi sulla privacy dell’Unione Europea; queste leggi entreranno in vigore a giugno secondo la Reuters. “Stiamo lavorando duramente per garantire che le nostre linee guida siano chiare e facili da capire e che i servizi offerti da Facebook siano pienamente conformi alla legge”, ha affermato un portavoce di Facebook.
La Federazione, abbreviata con VZBV ha festeggiato per la vittoria anche se si aspettava di più. Aveva insistito sul fatto che in realtà il servizio offerto non era gratuito, ma il pagamento erano i nostri dati. C’erano altri problemi legati alla privacy che la corte di Berlino non ha riconosciuto.
Dato che la sentenza proviene da un tribunale regionale, e che entrambi le parti intendono fare ricorso, è improbabile che il tutto diventi definitivo, almeno non in questa forma. Come vada, al momento per Facebook non è una bella situazione mentre teoricamente dovrebbe essere una vittoria per tutti gli utenti. Il social network è comunque un servizio privato e non necessario, se una persona non vuole inserirvi i proprio dati può sempre cercare altri lidi.
Negli ultimi anni Facebook ha intrecciato con i paesi europei, e l’unione stessa, delle leggi sulla privacy che risultano essere più severe che rispetto agli Stati Uniti. Nonostante questo molto organizzazioni di consumatori voglio ancora di più.