Dopo secoli di festeggiamenti cristiani, arriva ora il fioretto proposto da un parroco Italiano e che riguarda l’app di messaggistica più usata al mondo.
Tutti ormai usiamo lo smartphone e specialmente i social network, per restare in contatto con persone più o meno vicine. Con l’avvento poi delle app di messaggistica istantanea è diventato sempre più rapido e immediato scrivere e sentirsi con i propri amici e conoscenti, la maggior parte delle volte però di cose parecchio futili.
Anche la chiesa negli ultimi anni ha deciso di diventare più tecnologica e social, condividendo pensieri e preghiere su social famosi come Facebook o Twitter ( grazie al profilo del Papa ).
Inoltre, parecchi vescovi e preti usano l’app di WhatsApp per comunicare e mandare pensieri e preghiere ai propri fedeli.
E proprio in questo campo arriva l’idea del parroco di Genova, che prontamente è stata condivisa su Facebook. Egli infatti, pur usando giornalmente la suddetta app, propone un fioretto, ovvero un “digiuno” di almeno qualche ora al giorno lontani dallo smartphone e dalle amicizie virtuali.
E’ questo un modo per proporre la vicinanza fisica al prossimo e non a basare la propria vita alla socializzazione dietro lo schermo di uno smartphone o di un computer.
Come egli stesso ammette, usa molto lo smartphone per diffondere la parola di Dio, sia nei giorni festivi che feriali, anche a famiglie che per vari motivi non possono essere presenti durante le varie celebrazioni. Per questo, secondo il don, Whatsapp, come tutti gli altri social, non dovrebbe essere vietato o chiuso, ma semplicemente bisognerebbe imparare ad approcciarsi a tali cose.
L’invito ad uscire, a riscoprire il piacere di parlare o semplicemente di stare con una persona faccia a faccia arriva un pò tardi però. I dati statistici rilevano infatti che ormai la quasi totalità dei ragazzi usa lo smartphone per comunicare e il vero problema sta nel fatto che i ragazzi non riescono a staccarsi prima di tutto dalle varie chat e social e dopo dal proprio smartphone.
In questa società infatti non è difficile vedere famiglie, coppie o amici uscire insieme, passeggiare o mangiare mentre ognuno guarda il proprio smartphone, ignorando di avere davanti a se una persona in carne e ossa con cui poter interagire e parlare, senza l’uso di oggetti tecnologici. Tutto questo purtroppo sta portando sempre più persone, specialmente i ragazzi che sono i maggior utilizzatori di queste cose, a chiudersi in se stessi e sfogare certi sentimenti solo tramite post o messaggi vacui.
Internet e i social servono per conoscere nuove persone e per tenersi in contatto con chi è lontano, ma forse sarebbe davvero utile seguire il consiglio del parroco di Genova e non solo nel periodo di Quaresima. Staccarsi dal proprio smartphone non solo sarà un sollievo per il nostro organismo, ma ci porterà anche a riscoprire piaceri che ormai non ricordiamo più, come una chiacchierata in compagnia, una passeggiata con i propri cari o una cena con uno scambio di idee. Forse il ragazzo che aveva inventato i bicchieri della birra che non stavano in piedi, se non con l’uso dello smartphone come base, non aveva sbagliato; sempre più locali dovrebbero usarli, per iniziare questa “socializzazione senza social”.