Tale brevetto, oltre all’argoritmo, comprende un diagramma ad albero in cui sono descritti i parametri metti in comparazione per ogni utente. La piattaforma infatti acquisisce ogni informazione fornita dall’utente per poi produrre il proprio risultato. I dati presi in considerazione, ad esempio, sono i vari dispositivi elettronici in possesso, i vari viaggi, il possesso o meno di un immobile o di una vettura, la città in cui si vive e anche il livello di formazione acquisito. Questi dati, dopo essere stati elaborati tramite l’algoritmo, dovrebbero indicare se la persona faccia parte della classe operaia, di quella media o se sia benestante.
Sembrerebbe che questi dati socioeconomici servirebbero al social network
per vendere pubblicità in modo ancora più mirato ai propri utenti. Al momento però non vi sono altre notizie in merito all’uso di questo brevetto.Esso è stato depositato circa due anni fa e da quel giorno nessuno ha fatto menzione ne del brevetto ne dello stesso algoritmo. Si presuppone che sia solo un modo per tutelare questo algoritmo studiato dal team di Zuckerberg, ma niente smentisce quelle voci che dicono che potrebbe già essere stato implementato.
Ovviamente non a tutte le persone questa cosa andrà bene, perché potrebbe essere un modo per tenerci ancora di più sotto la lente di ingrandimento e carpire altre informazioni personali, oltre a tutte quelle che già inseriamo quando ci iscriviamo sulla piattaforma.
Intanto, il social dimostra di progredire con il tempo, con scelte più o meno condivise dal pubblico ed a volte anche senza informare i propri utenti.