Nonostante ciò, ad ogni modo, ci si scontra con i moniti portati avanti da personalità illustri del mondo tecnologico, le quali stanno ponendo sotto i riflettori implicazioni tutt’altro che positive per il futuro di una tecnologia che da qui ad un biennio insedierà a pieno regime ecosistemi interoperabili sempre connessi e facenti parte di un’infrastruttura 5G che vede in primo piano l’IoT (Internet oh Things) e l’IoV (Internet of Vehicle).
In particolar modo, nel periodo, si incontrano i pareri discordanti vertenti sul tema sicurezza IA e sulle potenziali ripercussioni negative derivanti da un uso improprio delle tecnologie.
Sono davvero tanti gli scenari distruttivi prospettati dalla critica nei confronti della sicurezza in ambito Intelligenza Artificiale. Secondo il parere degli esperti, in particolare, l’IA potrebbe corrispondere ad un’arma a doppio taglio nel senso più stretto del termine.
Hacker e malintenzionati di ogni sorta rischiano di mandare letteralmente in tilt l’intero sistema, con particolari gravi ripercussioni sulla sicurezza pubblica a privata. Uno scenario che acquista particolare rilevanza nel contesto dei sistemi a guida autonoma, dove si osserva la partecipazione attiva di personalità aziendali del calibro di Google, Intel e Samsung.
Di fatto, uno studio che ha visto partecipi gli illustri esponenti delle Università di Cambridge, Oxford e Yale pone in cattiva luce un sistema ancora da perfezionare. Esperti nel campo della privacy e governi stanno ponendo sotto attenta osservazione il fenomeno, ponendo particolare enfasi sul fatto di potersi trovare improvvisamente di fronte a due fuochi.
I cyber criminali, di fatto, potrebbero sfruttare vulnerabilità specifiche per prendere di mira obiettivi strategici e Stati target a distanza. Non si tratta certo di ipotesi campate per aria, così come testimoniano i numerosi incidenti verificatisi nel corso di questi mesi e degli ultimi anni. Siamo di fronte ad un’arma a doppio taglio? Ai posteri l’ardua sentenza.