Gli assunti principali utilizzati per impostare l’algoritmo sono scaturiti dalle
mani del bambino stesso le quali, essendo più piccole, possono toccare un’area minore dello smartphone, fanno gesti più corti per sbloccarlo, o digitano più lentamente la touch board nella scrittura. La ricerca ha condensato così nell’algoritmo i dati sperimentali raccolti osservando due gruppi di utenti alle prese con l’uso degli smartphone, da una parte
bambini tra i 3 e gli 11 anni e dall’altra
adulti tra i 20 e i 60 anni.
I ricercatori assicurano che al momento l’algoritmo riconosce un bambino al primo tentativo di sblocco con una precisione dell’84%, ma la percentuale incredibilmente sale al 97% dopo 8 tentativi di sblocco.
Questo tipo di risultati potrebbe aprire scenari inaspettati, come l’
eliminazione di pin e parental control da tutti i dispositivi. Questi sistemi avevano il difetto che dovevano essere impostati dai genitori e, spesso, o i figli imparavano tali codici o i genitori se ne dimenticavano di attivarli. E che dire del
FaceID, che ad oggi è ancora molto impreciso?
Applicando l’algoritmo a tutti i dispositivi, non ci sarà più bisogno di ricordarsene.