La tecnologia dietro ai dispositivi mobili si è evoluta parecchio, in praticamente ogni singolo aspetto, anche in quelli apparentemente insignificanti, come le schede SIM. Dalle prime e vere proprie SIM siamo passati alle Mini, poi alle Micro e alle Nano. Praticamente da 6 anni ne esiste un quinto tipo, la eSIM, la quale però ha trovato una scarsa applicazione, per lo meno commercialmente parlando.
Una delle differenze principali di tale formato è che la scheda è integrata al dispositivo e non è normalmente rimovibile. Questo può evitare ai produttori di smartphone di dover inserire uno slot apposito nei dispositivi così da risparmiare spazio. È utile per collegare i dispositivi per la casa intelligente. Per quanto riguarda i cambi di operatori, basta una semplice chiamata così da evitare un cambio fisico. Trattandosi di una cosa immediata, elimina completamente gli eventuali ritardi dovuti a queste operazioni.
Grazie a queste qualità, Apple vorrebbe spingere verso tale tecnologia. Guadagnare spazio sui dispositivi, anche poco, è un punto fisso per la compagnia, da anni ormai. Cercando di fare da apripista hanno già scelto questo formato per i prossimi Watch 3. L’uso di eSIM sul prossimo dispositivo indossabili intelligente di Apple permetterà di usare lo stesso numero dell’eventuale iPhone sull’orologio. Questo permetterà di sfruttare i servizi di messaggistica, effettuare chiamate, utilizzare mappatura o riprodurre musica in streaming senza il telefono.
Il problema di questo formato va ricercato negli operatori telefonici. Sono i primi che dovrebbero supportare tale formato e al momento sono in pochi lo fanno rendendo Apple Watch 3 esclusivo solo per alcuni paesi. Senza la loro volontà nel volere iniziare a supportare, i produttori di smartphone, o altro, hanno sostanzialmente le mani legate.