Sempre più persone utilizzano WhatsApp per intrufolarsi in affari altri. I curiosi sulla chat di messaggistica italiana sono in progressivo aumento, anche perché – a differenza dei social – sono difficili da identificare.
Il loro compito è favorito anche dalle nuove politiche della piattaforma Facebook: negli ultimi mesi la chat si è trasformata divenendo un piccolo social con elementi e funzioni all’avanguardia come foto profilo, storie e stati.
Sono proprio queste tre featuers ad essere sfruttate dai pettegoli di WhatsApp. Le storie, soprattutto, laddove utilizzate consentono davvero a questa categoria di persone di intrufolarsi in fatti altrui.
A differenza di servizi come Instagram, Snapchat
o la stessa Facebook, WhatsApp non offre al momento adeguati sistemi di controllo e di privacy. Quando un contatto della nostra rubrica visualizza un nostro scatto personale ed uno stato testuale, noi non ne saremo mai a corrente.In attesa che gli sviluppatori della chat si diano una mossa, una difesa adeguata a tale pratica può essere effettuata adoperando gli strumenti a disposizione su Google Play.
Il marketplace del sistema operativo Android pullula dei cosiddetti “Tracker”, app che consentono di monitorare le visualizzazioni (ed i loro tempi) per foto profilo, storie e stati.
Tutto ciò che gli utenti devono fare è autorizzare la condivisione dei dati con l’app scaricata. In questo modo non ci sarà più trippa per gatti per tutti i maliziosi che vogliono spiare la nostra sfera personale