Un sensore compatibile con Apple Watch, chiamato KardiaBand e sviluppato da AliveCor, può misurare i livelli pericolosi di potassio nel sangue con un’accuratezza del 94%. Sebbene stiamo parlando di un risultato tecnologico molto interessante per i dispositivi indossabili di ultima generazione, negli USA l’agenzia Food and Drug Administration non ha ancora approvato Kardiaband per gli scopi d’uso dichiarati. A livello umano è invece un risultato favoloso, se considerato che misurare i valori di potassio nel sangue è attualmente un’indagine medica invasiva che necessita di prelievi di sangue.
Il KardiaBand può essere montato in uno slot dell’Apple Watch. L’utente attiva il sensore, il quale registra l’attività elettrica del cuore come un vero e proprio elettrocardiogramma (ECG). La lettura rivela attività anomale del cuore, anche le fibrillazioni atriali, e manda queste informazioni ad un’app. Questa tecnologia può indirettamente calcolare anche livelli alti di potassio nel sangue.
Le conseguenze derivanti da iperkaliemia sono il diabete, la disidratazione malattie renali. Non è un sintomo direttamente osservabile, quindi bisogna fare molta attenzione a ciò che gli altri organi o apparati comunicano.
Il troppo potassio interferisce anche con l’attività elettrica del cuore e delle cellule: da qui l’utilità dell’ECG effettuato con Kardiaband su Apple Watch. L’azienda sviluppatrice a lavorato a stretto contatto con l’associazione no-profit Mayo Clinic in USA per modificare l’algoritmo di lettura e interpretazione dell’ECG in modo che misuri l’iperkaliemia: sono stati raccolti dati da milioni di ECG effettuati per misurare il potassio collezionati in 23 anni di studi.
Quindi, Kardiaband ha un base solida scientifica per svolgere le sue misurazioni. Eppure l’Agenzia del Farmaco americana non lo approva come misuratore di livelli di potassio, nonostante abbia invece certificato che Kardiaband è il primo dispositivo medico su un Apple Watch. Tutto sommato tale diniego non è una notizia così sconvolgente come sembra. Il perché è presto detto: è di natura etica e culturale. Gli smartwatch appartengono al mondo della telefonia, un sottoinsieme dell’entertainment, e non è certo un dispositivo creato in un laboratorio medico-scientifico. Non passerà molto, tuttavia, prima che la FDA lo approvi per i suoi usi finali.
E comunque, benvenuta rivoluzione.