I chip che inglobano l’Intelligenza Artificiale non sono più sicuri di quelli fatti di normale silicio. Questo non è un problema, ha dichiarato il direttore di Avast Research, Martin Balek.
I chip con I.A. e quelli normali sono in gran parte differenti dal punto di vista del funzionamento interno. Però, ogni piattaforma con I.A. è “un altro chip specializzato” che ha probabilmente più vulnerabilità del silicio tradizionale. Nessuna piattaforma è completamente invulnerabile agli attacchi di hacking. Balek ha ricordato il recente problema con i difetti di sicurezza di Spectre e Meltdown che ha turbato i chip di Intel. Essi non sono né il primo né l’ultimo esempio di tali sviste nel settore.
L’Intelligenza Artificiale è solitamente un asso nella manica, eppure i chip che la inglobano sono meno sicuri di quelli standard in silicio
Non ci sono “possibilità” che le NPU e soluzioni simili del futuro siano perfettamente sicure. Però non è un grosso problema. Infatti, i meccanismi di cybersicurezza sono sempre in evoluzione insieme agli hacker e viceversa. Il funzionario di Avast, inoltre, non si aspetta che le botnet AI siano una minaccia realistica nell’imminente futuro a causa della relativa scarsità di tale hardware. Inoltre, sono presenti difficoltà tecniche di esecuzione di tali attacchi e altri problemi. Ciò non attrae gli hacker che cercano il maggior target pool possibile.
Si prevede che il ruolo dell’IA nella sicurezza informatica continuerà a crescere in futuro, mentre il potenziale delle tecnologie correlate verrà preso di mira dagli hacker. Il computing con AI è ancora agli albori e limitato a modelli di punta. Probabile che tali funzionalità si estendano fino al segmento di fascia media in diversi anni. Qualcomm e HiSilicon già lavorano per abilitare tali chip in moduli premium. E molti dispositivi Android rilasciati quest’anno probabilmente pubblicizzeranno le funzionalità con IA come punti di forza.