È una settimana di fuoco per Facebook e i suoi dirigenti dopo che questo weekend è emerso lo scandalo Cambridge Analytica. Si tratta di una società specializzata in analisi politiche che ha violato le regole di Facebook entrando in possesso dei dati personali degli utenti utilizzati per in modo inappropriato per campagne pubblicitaria sull’elezioni USA.
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Un problema che sta mettendo in cattiva luce Facebook e la sua capacità nel mantenere al sicuro la privacy degli utenti visto che è bastata una semplice applicazione per portare via una mole impressionante di dati. Nello specifico un’app sviluppata per il social network ha raccolto informazioni personali di oltre 50 milioni di iscritti.
Ed è proprio per questo che la Federal Trade Commission, un ente paragonabile alla nostra Antitrust, ha messo sotto indagine Facebook. E non è solo l’Antitrust americana a volerci vedere chiaro visto che le autorità inglesi stanno chiedendo di esaminare i server del social network e quelli di Cambridge Analytica per capire quali informazioni sono state reperite.
E soprattutto se sono state utilizzate in maniera illegittima anche se la risposta è sicuramente affermativa considerato che i legittimi proprietari erano all’oscuro di tutto. L’obiettivo è lo stesso degli esperti americani che oltre ad analizzare profilo dopo profilo social, vogliono assicurarsi che Facebook non abbia favorito Cambridge Analytica.
Sono in tanti a sostenere questa ipotesi e se dovesse rivelarsi vero i danni per il social network di Mark Zuckerberg sarebbero impressionanti. Volerebbero multe ma soprattutto gli utenti saranno finalmente coscienti che pubblicare la propria vita in queste piattaforme vuol dire aver negata la privacy. Anche se ci sono impostazioni dedicate a questo tema.
I numeri uno di Facebook, dunque, dovranno solo collaborare e iniziare a cambiare le proprie policy aumentando un po’ più la sicurezza visto che il caso Cambridge Analytica potrebbe essere solo il primo di tanti scandali in arrivo.