Call center. Alcuni di voi rabbrividiscono solo a sentirli nominare e già sentono in lontananza il suono del proprio telefono nei momenti più inopportuni della giornata. Si sono scritti fin troppi articoli sui call center, su come funzionino, sulle basse retribuzioni, ma soprattutto su come evitarne le invadenti telefonate.
Seppur possano infastidire molte persone, i call center non sono altro che dei servizi di ottimizzazione delle chiamata che utilizza un’azienda. Lo scopo è di vendere i propri beni e servizi o di farsi pubblicità. Molti li criticano perché chiamano disturbando il destinatario dalle proprie attività, senza curarsi dell’ora. In realtà dietro l’opinione comune si cela una situazione che per molti rappresenta un’importante fonte di reddito, con turni di lavoro spesso molto faticosi.
Ma non siamo qui per parlare di questo. Non penso infatti che nessuno di voi, per quanto infastidito, si sognerebbe mai di mettere in discussione la legittimità di questo servizio. Di tutt’altro si parla quando però si impiega questo mezzo per scopi illeciti.
E’ proprio questo che è successo, segnando una nuova frontiera nelle truffe ai danni dei clienti Postepay. Si è sentito parlare molto di come questa carta, così importante per gli scambi di denaro in Italia, sia finita sotto attacco da parte di truffatori. Dove ci sono grandi spostamenti di valori c’è sempre chi cerca di approfittarne, anche se è probabile che le Poste Italiane avrebbero fatto volentieri a meno di questo riconoscimento da parte dei criminali, i quali si sono accorti dell’importanza di questo mezzo.
Si è parlato di truffe tramite e-mail, tramite SMS, tramite Facebook o ancora tramite WhatsApp
. Tutti questi strumenti hanno un modus operandi e un fine comune. Puntano ad impossessarsi di dati che dovrebbero rimanere proprietà esclusiva del soggetto e che in mani sbagliate diventano un serio pericolo per il conto del malcapitato.Recentemente sono arrivate numerose e inquietanti testimonianze di truffe che usano dei call center al solo scopo di ingannare i consumatori più vulnerabili. Si tratta forse del modo più raffinato e meno facile da smascherare rispetto a quelli elencati in precedenza.
Infatti il punto debole delle precedenti truffe era il fatto di venire scoperte perché erano create da criminali stranieri. Questi avendo una scarsa padronanza della lingua italiana venivano spesso traditi da vistosi errori grammaticali, difetti di pronuncia e imitazioni grossolane. Per questo motivo puntavano alle fasce che erano meno abituate ad usare la tecnologia. Invece, stando alle ultime denunce, a essere stati truffati sono anziani e giovani, senza distinzioni. Le schema seguito da malandrini è il seguente.
Un addetto del truffaldino call center chiama il malcapitato possessore di carta prepagata Postepay. Chi chiama solitamente è italiano e sfoggia competenza, modi gentili e professionali, facendo pensare ad un vero operatore delle Poste Italiane. A questo punto inventa una scusa per poter strappare alla persona con cui sta parlando il pin della carta. Per esempio potrebbe inventarsi dei fantomatici miglioramenti nella sicurezza, che necessiterebbero queste informazioni private.
Una volta guadagnata la fiducia del cliente e i suoi dati, mette giù e presto vi accorgerete di avere il conto svuotato. L’unica cosa da fare a questo punto è denunciare alla polizia, ma è proprio per evitare inconvenienti simili che è stato scritto questo articolo.