In questi giorni, il grosso scandalo relativo a Cambridge Analytica ha colpito Facebook che potrebbe avere attivato un effetto a cascata. Solo in borsa, il titolo azionario ha perso miliardi di dollari di valore, relativamente pochi per il valore della compagnia, ma simbolo di una crisi. Questo punto preoccupa più che altro i diretti interessati e agli investitori, mentre il tutto è l’ennesima riprova che il social network gestisce male i nostri dati privati potrebbe interessare tutti.
Questa vicenda è sentita di più negli Stati Uniti e anche nel Regno Unito visto che la maggior parte dei dati usati sono stati usati per influenzare le presidenziali americane e il voto sulla Brexit. Visto quello che è successo però è ovvio che diventa ancora più difficile fidarsi di Facebook. In molti hanno preso l’occasione al balzo per spingere le persone a cancellare l’account suggerendo anche come fare.
Alcune di queste voci hanno una risonanza maggiore, come quella del co fondatatore di WhatsApp, Brian Acton. Con un messaggio di due parole che risuona quasi la fine di una profezia ha scritto: “È Ora“. A questo ha aggiunto anche l’hashtag #deletefacebook. Al momento, Acton, non ha voluto commentare e neache WhatsApp.
È facile pensare che dietro a questo messaggio ci sia un po’ di livore nel confronti di Facebook da parte dell’uomo. In fondo hanno comprato la sua società, anche se l’avevano pagata 16 miliardi di dollari. Probabilmente non gli va a genio come il social network ha gestito le cose sull’applicazione di messaggistica più famosa al mondo. Va anche detto però che non è il primo ex dirigente di rilievo di Facebook a scontrarsi con la compagnia, e sempre per via del comportamento di quest’ultima.
Quando si pensava di essersi lasciate alle spalle un brutto periodo, eccone un altro per Facebook che potrebbe essere considerato, forse, il peggiore di sempre.