Inutile girarci intorno, i binari su cui si muove al giorno d’oggi l’informazione sono quelli del web, con i suoi pro e i suoi contro. Sebbene il cartaceo mantenga il suo fascino, anche gli inguaribili romantici della carta stampata se ne sono resi conto. Figuriamoci se non se ne accorgeva un professionista della modernità, il motore di ricerca Google. Dimostrando grande coraggio e intraprendenza l’azienda statunitense ha deciso di impegnarsi in uno dei temi più discussi dei giorni nostri. Stiamo parlando dell’informazione, della disinformazione e delle famigerate fake news.
Per capire quanto il dibattito sia attuale basti riportare la memoria alle recenti elezioni politiche italiane. Uno degli argomenti più dibattuti è stato proprio quello delle false notizie, traduzione di “fake news”. I vari leader, tra promesse e prese di posizione di portata mondiale, hanno dedicato molta attenzione alla discussione sulle nuove forme di informazione.
Inoltre, seguendo questo esempio, è sotto gli occhi di tutti come gran parte della campagna elettorale si sia giocata proprio sui social network. Per mesi e mesi Twitter, Facebook e chi più ne ha più ne metta sono diventate delle vere tribune politiche, dalle quali i vari politici hanno lanciato i propri strali.
Non stupisce quindi la decisone di un’azienda all’avanguardia come Google di occuparsi di questo argomento. Vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta. Dopo Digital News Initiative, Google ha messo in campo l’importante cifra di 300 milioni di dollari per raggiungere quelli che possiamo schematizzati in tre obbiettivi.
Google desidera che nella propria area di competenza ci sia sempre più informazione di altro livello. In particolare si esprime in maniera critica contro la superficialità con cui si tratta delle Breaking News e in generale sul l’informazione di tipo scandalistico, che punta più a colpire il pubblico piuttosto che ai contenuti.
Questa nella migliore delle ipotesi, infatti altro tasto dolente dell’informazione digitale sono le Fake News che spesso contengono contenuti deliberatamente falsi. La cosa più grave che lo scopo di queste bufale è di manipolare l’opinione pubblica.
Secondo obbiettivo quello di offrire alle case editrici uno strumento molto importante chiamato Subscribe with Google. Questo servizio permette di semplificare e facilitare l’iscrizione ai quotidiani più affermati, quelli che propongono un’informazione di alto livello e con controllo delle fonti accurato. Così da venire incontro alle testate giornalistiche e innescare un circolo virtuoso di informazione a pagamento.
Terzo punto legato al secondo è quello di favorire in questo modo un rinnovamento e un adeguamento tecnologico delle redazioni. Così da fare in modo che queste si avvicinino sempre di più al lettore. Tutto ciò per combattere le notizie spazzatura e per segnare una linea di confine tra una servizio di qualità e l’informazione da clickbait.