Il software è nato da iNaturalist, un social network per gli ambientalisti che registrano le loro osservazioni e condividono le loro scoperte. Questo progetto è stato co-fondato nel 2008 da un gruppo di studenti come parte della ricerca del master presso l’Università di Berkeley. Dieci anni dopo, avevano già 150.000 specie catalogate ed è da lì che nacque l’idea: perché non usare l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata per creare qualcosa come Pokémon Go.
Da allora, l’app ha guadagnato una discreta popolarità e quest’anno ha raggiunto il ruolo di catalogo itinerante di esseri viventi, aggiornato in tempo reale. L’algoritmo “addestrato” dai responsabili della creazione dell’app permette già di riconoscere più di 30 mila specie.
E la proposta, secondo il co-direttore Scott Loarie, è quella di ampliare il database ogni giorno. E l’obiettivo è promuovere l’interesse pubblico, specialmente dei più giovani, in materia ecologica e scientifica. “Costruire, al fianco dei bambini, una sorta di cultura e stile di vita in cui possiamo avere curiosità e interesse intorno alle attività sulla cittadinanza e sulla scienza, solo facendo osservazioni, è una vittoria“.