Ormai saprete tutti benissimo che la legge impone a tutti gli operatori telefonici e Pay TV di ritornare alla fatturazione a 30 giorni entro il 5 aprile 2018. Questo cambiamento aveva spinto gli operatori a dichiarare un aumento del canone mensile passando da 13 mensilità a 12.
Gli operatori per non perdere il guadagno avevano deciso di aumentare i canoni mensili dell’8.6%. Così facendo avrebbero mantenuto la spesa annuale dell’utente invariata anche con una mensilità in meno. Ora AGCOM, ha deciso però di bloccare questi aumenti.
AGCOM blocca gli aumenti dopo il ritorno alla fatturazione a 30 giorni
Nel mese di febbraio AGCOM ha avviato un’istruttoria dalla quale è emerso, come immaginava, che Tim, Vodafone, WindTre e Fastweb (dissociatasi nelle ultime ore) abbiano stipulato una specie di accordo. L’accordo prevedeva di effettuare dei rincari nello stesso periodo e soprattutto in misura uguale. Questo per avere tutti dei benefici senza concorrenza sleale.
Dopo aver scoperto quest’intesa, l’Antitrust ha deciso di sospendere tali aumenti. La motivazione data è quella che segue: “al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori, l’Autorità ha adottato misure cautelari urgenti intimando agli operatori di sospendere l’attuazione dell’intesa oggetto di indagine e di definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti“.
Ora non ci resta che attendere di scoprire quali saranno le prossime mosse degli operatori. Sicuramente li aspetterà una grande lotta per cercare di tenersi più clienti possibili, stando attenti a proporre un’offerta più vantaggiosa degli altri.