Ed è così che l’IPTV ha iniziato a farsi spazio nell’era del digitale, acquisendo sempre più notorietà. Questo nuovo standard di trasmissione ha avuto un così grosso seguito, che si pensa che nei prossimi anni sarà il principale canale di visione della televisione.
Ma analizziamo meglio di cosa si tratta: IPTV, acronimo di Internet Protocol Television, è un protocollo di trasmissione che utilizza la rete internet per mandare in onda flussi video. Questo nuovo metodo di trasmissione, se gestito con le dovute autorizzazioni da parte delle aziende televisive, è peraltro del tutto legale. Ne esistono due categorie principali: gli IPTV che diffondono contenuti live (Rai, Sky) e quelli che diffondono materiale on demand, scelti dall’utente stesso (Netflix, Sky On Demand).
Purtroppo, però, si sente sempre più parlare dell’utilizzo scorretto e illegale di questo servizio per la diffusione di contenuti non autorizzati, spesso sotto forma di veri e propri abbonamenti sottobanco ad un prezzo irrisorio per l’utente, che cade quindi in facile tentazione.
Un esempio è dato dai vecchi spezzoni di video presi da programmi RAI o Mediaset che circolavano liberamente su Youtube, più grande piattaforma di condivisione di video al mondo, ormai del tutto eliminati. Ancora, è possibile trovare dei siti web con liste di IPTV illegali che ti permettono di usufruite di contenuti Sky, Rai o Mediaset Premium senza alcuna autorizzazione da parte del gestore.
I contenuti offerti sono innumerevoli e di vario genere: si va dall’intrattenimento allo sport, passando per serie TV, cinema e materiale pornografico; per non parlare dei film che sono contemporaneamente in programmazione nei cinema.
Basta un giro sul web per venire a conoscenza di questi sistemi di trasmissione non autorizzati, o un passaparola da parte di un conoscente. Il servizio è offerto generalmente per un periodo di tempo limitato o a bassa risoluzione video, gratuitamente o ad un prezzo talmente basso che il cliente è disposto a chiudere un occhio pur di usufruirne. Il metodo di pagamento inoltre è non tracciabile, in modo da evitare problemi nel caso in cui si venisse scoperti.
Guardare IPTV non autorizzate è quindi illegale. Ma quali rischi comporta?
I rischi maggiori sono destinati ai gestori non autorizzati di tali servizi, e vanno dalla reclusione per un massimo di 4 anni, alle sanzioni amministrative fino a 15000€ per violazione dell’ art.171 ter della Legge 633/41 sulla protezione dei diritti d’autore.
Il discorso è più complicato per l’utente di tale servizio, infatti la visione di streaming illegale non è soggetta a sanzione, mentre la FAPAV (Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali) afferma che la detenzione di un film illegale ad uso personale è soggetto a sanzione amministrativa di 154€, più la confisca del materiale.
In situazioni più rare invece, l’utente può incorrere in sanzioni penali con reclusione per un massimo di 3 anni e il pagamento di 25000€ di multa.
In generale però il rischio per l’utente finale è molto basso, relegato a qualche piccola sanzione amministrativa. È preferibile però evitare l’utilizzo degli IPTV illegali, per evitare di correre alcun rischio.
Oltretutto, le aziende multinazionali televisive si stanno ultimamente mobilitando nella lotta alla diffusione di questi servizi illegali, in quanto gli arrecano grossi danni sui bilanci. Per questo motivo le autorità stanno acquisendo metodi di indagine più efficaci sul territorio nazionale e internazionale.