Facebook nell’ultima settimana è stata travolta dallo scandalo Cambridge Analytica. Per chi non avesse seguito la vicenza, l’azienda è stata accusata di non aver protetto come dovuto i dati degli utenti. Sono stati infatti condivisi dati di 50 milioni di utenti con un’azienda britannica.
Nei successivi giorni dello scandalo, Zuckerberg si è scusato con tutti gli utenti per questa incresciosa faccenda. Abbiamo anche scoperto che all’azienda costerà ben 4 miliardi l’anno perché molte aziende hanno deciso di abbandonare il social e quindi di non proporre più annunci pubblicitari.
Solo ieri abbiamo parlato di altri dati emersi che sarebbero stati condivisi con l’azienda. Si parla di chiamate ed SMS degli utenti che utilizzano Messenger su Android. Molti di essi infatti hanno poi deciso di abbandonare il social, anche dopo il consiglio del co fondatore di WhatsApp
.Dopo questa nuova notizia, Facebook ha deciso di rispondere di nuovo attraverso un post dichiarando: “Forse avete letto in recenti notizie che Facebook ha registrato le telefonate delle persone e la cronologia dei loro SMS senza il loro permesso“. E continua dicendo: “Non è così“. Ha inoltre spiegato che il meccanismo di logging delle telefonate e degli SMS prevede criteri opt-in. Questi criteri richiedono il consenso dell’utente, quindi meccanismi che l’utente deve espressamente approvare.
Le prove sembrerebbero contrastare ciò che è stato detto dall’azienda. Per esempio un membro di IT National Security, Sean Gallagher, ha affermato di non aver mai installato Messenger sul suo telefono Android. L’ha invece installato su un tablet Nexus e su un Blackphone 2 nel 2015 e, a suo dire, non è mai apparsa su questi dispositivi la richiesta esplicita di accesso al registro chiamate ed SMS. Un ex dirigente di Cupertino ha anche affermato che le giustificazioni usate da Facebook sarebbero in malafede.