Spesso si pensa che, attivata l’ultima convenientissima offerta all-in (internet, chiamate e messaggi) di una compagnia affidabile (ovvero di uno dei colossi telefonici italiani : Tim, Tre, Vodafone e Wind), si debba solo provvedere a ricaricare mensilmente l’importo per mantenere la stessa.
Tuttavia, spesso il credito telefonico arriva a 0 ben prima della scadenza prefissata. Come mai? È tutto dovuto ai cosiddetti sms truffa : servizi a pagamento attivati a insaputa dell’utente, che hanno costi spropositati e, soprattutto, non sono assolutamente desiderati.
Il meccanismo è semplice. Un tempo, quando ancora non esisteva il concetto di smartphone, in tv c’erano pubblicità di suonerie, di giochini per cellulare, di simpatici sfondi e di oroscopi personalizzati, e in piccolo si poteva leggere : servizio in abbonamento, costo 5€ a settimana. Gli sms truffa agiscono all’incirca allo stesso modo, ovvero attivando una sorta di abbonamento settimanale per l’ignaro possessore di cellulare, applicando però tariffe ben più alte, che mirano a prosciugare in un paio di ricezioni il credito telefonico : basta sfogliare un banner pubblicitario su un sito web, e rapidamente si resta coinvolti nell’apertura di numerose pagine cosiddette “pop-up”, ovvero che si aprono come nuove finestre e che richiedono azioni più complicate del semplice pigiare la X in alto a destra per chiuderle. Ma non è finita qui, anzi : l’apertura di questi pop-up, infatti, comporta in automatico l’accettazione dell’abbonamento – in maniera del tutto subdola.
SMS, servizi a pagamento non richiesti vengono attivati ai clienti TIM, Wind, Tre e Vodafone
Il “cavallo di Troia” per gli sms truffa può essere non solo una pubblicità su Facebook o su un sito di acquisti online; spesso avviene infatti, come segnalato dalla pagina “Una vita da social” (espressione sul social network di Mark Zuckerberg del Corpo di Polizia Postale) che si ricevano degli sms, i cari vecchi sms ormai soppiantati da Whatsapp, Telegram e Messanger : numeri della cosiddetta “decade del 4”, tutti quelli che iniziano per 4 (43… 44… e così via) inviano sms con l’invito a pigiare su un link per accedere a simpatiche – ma non poi così tanto – app e giochi vari per il proprio smartphone, che hanno il contro di essere costosi e spesso mal funzionanti. Ci si potrebbe quindi chiedere : come fare per difendersi da questo pericolo? Tutti sono esposti?
La risposta viene ancora dalla Polizia Postale : basta contattare il numero gratuito del proprio servizio clienti (Vodafone : 190, Wind : 155, Tre : 133, Tim : 119) e richiedere il “Barring degli sms”, ovvero lo sbarramento, il blocco di tutti i messaggi ricevuti dai numeri della decade del 4. Per i più tecnologici, invece, è possibile attivare il blocco dei pop-up sul proprio browser : in tal modo, durante la navigazione, non ci appariranno più le fastidiose e pericolose – per il credito telefonico – finestre con l’intento di risucchiare tutti i soldi del cellulare. Ancora una volta, quindi, la Polizia Postale viene incontro ai cittadini risolvendo un problema molto diffuso.