C’è stato un incidente mortale in Arizona che ha coinvolto un pedone e un veicolo autonomo targato Uber. Questo episodio è solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda la diffidenza verso Uber in ambito automobilistico, nello specifico per la guida autonoma.
In effetti, dire che gli sforzi dell’azienda sono apparentemente in ritardo rispetto agli sforzi della concorrenza sarebbe un eufemismo grossolano. Secondo una fonte anonima, i veicoli autonomi dell’azienda hanno richiesto, in media, un intervento umano almeno una volta ogni 13 miglia negli ultimi mesi. Ciò non include necessariamente solo le circostanze in cui è necessario un intervento sicuro ininterrotto ma ci sono presumibilmente documenti interni a sostegno di tali affermazioni. Mentre è ovvio che le dichiarazioni di fonti anonime dovrebbero essere analizzate con senso critico, il paragone fattibile con le figure di Waymo mostra una netta differenza. In confronto, Waymo ha richiesto circa 5.000 miglia interventi per i suoi sistemi autonomi. Dunque, nettamente una cifra inferiore.
Uber è in un periodo difficile, considerando i recenti incidenti e i dati analizzati dei veicoli a guida autonoma, ma potrebbe esserci una ripresa
Queste analisi potrebbe fornire una visione chiara del ragionamento dietro la decisione di Uber di fermare i test dopo l’incidente sopra menzionato. In tutta onestà, sono state condotte indagini, concludendo che il veicolo di Uber non era responsabile per quell’incidente. Indubbiamente, però, al contempo è chiaro che la tecnologia per i veicoli a guida autonoma di Uber non è del tutto adeguata.
Il grosso problema è che l’incidente e i rapporti sui dettagli sono stati contraddittori in alcuni casi e non c’è un modo semplice per confrontare i numeri di Uber con i suoi concorrenti. Ogni azienda opera in condizioni molto diverse e nessuna riporta necessariamente disimpegni con gli stessi criteri. Si è sperato che auto e camion autonomi riducessero le vittime della strada migliorando il tenore di vita generale. Le incertezze che circondano il loro regolamento possono tuttavia alimentare una continua e forse crescente diffidenza nei veicoli a guida autonoma. Ciò nonostante, la spinta ad usarli continua ad esserci.