Samsung riconosce che la sua soluzione ruota intorno a uno scanner che non può nemmeno coprire l’intera punta del dito dell’adulto medio. A causa di queste limitazioni, la società aveva previsto una soluzione software che avrebbe consentito al lettore di accettare la punta di alcune dita. In pratica, toccando il sensore, gli utenti dovrebbero visualizzare un prompt che indica in quale direzione si intende spostare il dito sullo schermo per scansionare l’intera punta del dito. Il produttore della Corea del Sud ha affermato che la tecnologia potrebbe essere implementata nei telefoni abilitati al touchscreen, oltre che in elettrodomestici.
Quando non è in uso, il sensore non influenzerebbe in alcun modo l’immagine prodotta dal display sopra di esso, come da documentazione dello stesso brevetto. Samsung ha quindi sostanzialmente brevettato una soluzione di riconoscimento delle impronte digitali in-display meno conveniente
rispetto a quelle che aziende come Vivo e Huawei erano già in grado di commercializzare. Nonostante la stessa società proteggesse in precedenza tecnologie meno limitate che alla fine raggiungono lo stesso obiettivo.Se la soluzione descritta dall’aggiunta più recente al portfolio IP di Samsung dovesse mai essere commercializzata, è probabile che entri a far parte di dispositivi di fascia media o entry-level. Dunque per dispositivi progettati con un approccio più conveniente rispetto a offerte ultra-premium. Secondo quanto riferito, Samsung ha cercato di implementare un lettore di impronte digitali in-display in uno dei suoi telefoni per diversi anni. Il Galaxy Note 9 potrebbe non disporre di un tale sistema di autenticazione.