Con lo stabilizzarsi del valore delle criptovalute, prima su tutte Bitcoin, ad un livello molto più basso di quello a cui ci stavamo abituando, anche l’interesse dei più sembrerebbe essere scemato. Forse il merito è anche dei governi di quasi tutto il mondo che nel frattempo si sono messi ad arginare il fenomeno. Non sono i soli. Anche Google, che finora sembrava essere rimasta neutra, almeno finché le cose non danneggiavano nessuno, si è mossa in merito. Da adesso il negozio di Chrome non ospiterà più le estensioni da crypto-mining.
Non importa se rispettano le regole
Come quando un insegnante o una mamma punisce tutti i bambini nonostante sia stato solo uno a fare il cattivo, Google ha fatto lo stesso. Come appena detto, finora aveva lasciato fare, ma da ora che quelle estensioni che rispettavano le regole imposte dall’alto non saranno più ammesse. C’è da dire che un rapporto parlava di un buon 90% di estensioni che non rispettavano gli standard.
Effettivamente nell’ultimo periodo c’è stato un explot di casi di cryptojacking, alcuni veramente grossi. Basti pensare all’attacco ai danni dei visitatori dei siti governativi britannici e di altri paesi. Anche gli attacchi a Tesla avevano lasciato un segno, per non parlare dei milioni di dispositivi Android colpiti da tali software.
Ecco quello che Google ha dichiarato: “La piattaforma di estensioni offre potenti funzionalità che hanno consentito alla nostra comunità di sviluppatori di creare un catalogo di estensioni che consente agli utenti di ottenere il massimo da Chrome. Sfortunatamente, queste stesse funzionalità hanno attratto gli sviluppatori di software dannoso che tentano di abusare della piattaforma a spese degli utenti, un altro passo avanti per garantire agli utenti di Chrome di sfruttare i vantaggi delle estensioni senza esporsi a rischi nascosti”