Una notizia bellissima e recente: dal primo aprile sarà possibile lo streaming libero in tutta Europa. Il Parlamento, la Commissione e gli stati membri, infatti, hanno deciso di abbattere le barriere del geoblocking.
Dal momento che i consumatori di servizi streaming sono aumentati del 113% tra il 2010 e il 2014 – stima che aumenterà notevolmente per il 2020 – si è ben pensato di abolire il roaming (geolocalizzazione).
Cos’è il geoblocking? Il geoblocking è un sistema che limita l’accesso ai Media a seconda della tua posizione. Quante volte vi è capitato di voler vedere un video su Youtube ma quest’ultimo non era “disponibile nel vostro Paese?” Ebbene, questo blocco geografico è utile per impedire che, un pubblico che non si trova nel paese d’origine di quel video, non possa vedere quel determinato contenuto.
I contenuti dei servizi a pagamento in streaming (Netflix, Rai play, Premium play…) erano bloccati all’estero dal geoblocking, per motivi di copyright per intenderci. Dal primo aprile non sarà più così perché gli utenti di Netflix e compagnia potranno usufruire dei loro contenuti anche fuori dall’Italia – finora, l’alternativa era scaricare gli episodi o i film nel proprio paese per usufruirne, poi, una volta passati i confini. Certo, questo riguarda solo persone che compiono brevi viaggi all’estero e – cosa più importante – un italiano non potrà scegliere di acquistare un servizio (magari) della Spagna perché più conveniente: se vive in Italia, si abbonerà al servizio a pagamento in streaming in Italia. Quindi se stavate già immaginando di fare i furbi, sappiate che è una battaglia persa anche perché i vari operatori se ne accorgerebbero velocemente.
Per il momento, quindi, sarà comunque vietato l’acquisto di contenuti dai cataloghi di altri Paesi: questo è un discorso che verrà preso in considerazione almeno fra due anni. L’abolizione del geoblocking decisa dall’Unione Europea non riguarda solo film e serie tv, ma anche calcio, musica e e-book.
Questa nuova legge è obbligatoria solo per i servizi privati; per quanto riguarda i servizi pubblici, invece, sarà una scelta facoltativa – se la Rai, ad esempio, dovesse decidere di non mettere a disposizione i propri contenuti anche all’estero, può farlo.
Per quanto riguarda i servizi privati: