Non è una novità per nessuno che l’e-commerce stia crescendo sempre di più. Le cause di questa apparentemente inarrestabile ascesa sono molteplici. Innanzi tutto il commercio online ha dalla sua un’immensa varietà di prodotto acquistabili. Proprio per una questione di spazio fisico, quello del web è potenzialmente illimitato.
Sul versante dei prezzi anche in questo caso i prezzi sul web sono quasi sempre molto più convenienti di quelli dei negozi. Per non parlare della comodità della consegna a casa, in pochi giorni. Scelta, affidabilità, convenienza e comodità, questi i fattori di successo e chi se non Amazon ha saputo interpretare meglio queste qualità. Chi di voi non ha mai ricevuto a casa uno dei suoi famosi pacchi cartonati?
Tutto bene, tutte cose positive, se non fosse che questi cambiamenti nel mercato della tecnologia stanno generando un vero e proprio terremoto. Un terremoto che va a colpire chi prima di loro si spartiva questo mercato e i primi a subirne le conseguenze sono i lavoratori dipendenti. Le aziende colpite sono i grandi distributori come Unieuro, Mediaworld e Trony che hanno visto sottrarsi una fetta di mercato considerevole. Si parla di un mercato che vale 14,3 miliardi di euro e che le vendite via internet occupano per 1,7, cifra in continuo aumento.
Trony, Euronics e Unieuro dovranno optare per le vendite online
Questo scossone nel mercato ha creato una serie di esuberi a catena che è giunto alla ribalta del dibattito pubblico in questi giorni. A scatenare le discussioni è stata la notizia della chiusura di ben 43 stabilimenti Trony. Questi facevano parte, in Puglia, di Dps Group di un imprenditore facente parte a sua volta del gruppo Gre, ovvero Grossisti Riuniti Elettrodomestici. Ora sono in discussione ben 500 posti di lavoro, un numero considerevole che va ad aggiungersi a tutti gli altri casi di questo tipo in Italia.
Ora la parola passa ai sindacati e alle istituzioni. Dovranno prendere in mano questa difficile situazione e mediare tra imprese e lavoratori. Il primo punto è quello di cercare nuovi acquirenti che possano mandare avanti gli stabilimenti. Compito non facile guardando alla crisi del settore, ma che potrebbe trovare un compratore. Unieuro è infatti l’unico dei grandi distributore continuare grandi investimenti, spesso riacquistando della altre imprese i loro vecchi punti vendita falliti. Ma anche in questo caso non sembra una soluzione a lungo termine. A meno di grandi sorprese o trovate, presto o tardi dovranno fare anche loro i conti con la crisi del settore.
Davvero una questione spinosa e la via per risolvere la situazione sembra non essere ancora stata trovata. Bisognerà vedere come si comporterà Amazon. Se da un lato continua ad investire sull’automazione per abbattere i costi di produzione, dall’altro potrebbe dover fare i conti con delle nuove tegole. Infatti è notizia dei nostri giorni la crociata intrapresa dal presidente degli stati Uniti Trump, per far pagare più tasse al colosso dell’e-commerce.
Staremo a vedere dunque, sperando che le istituzioni trovino una soluzione che possa risolvere questo impasse.