Stando alle prime notizie una donna vestita di nero ha aperto il fuoco contro i dipendenti dell’azienda. Il bilancio per ora è di 4 feriti ed un morto. Quest’ultimo è l’assalitrice che, dopo avere sparato, si è tolta la vita. La polizia è subito accorsa sul luogo e con lei medici e infermieri che hanno trasportato i feriti nell’ospedale più vicino.
Per quanto riguarda il movente sono arrivate ancora poche notizie in merito. Il padre della donna ha affermato che una possibile motivazione potrebbero essere degli attriti degenerati tra lei e l’azienda. Secondo l’uomo a sua figlia non venivano corrisposti i giusti pagamenti per i video da lei caricati sulla piattaforma. Ad ogni modo è stata esclusa l’ipotesi che si tratti di un attentato di matrice terroristica.
Per questo motivo non è intervenuta l’FBI, che ha chiarito la sua posizione in una comunicazione ufficiale. L’incarico di investigare dunque spetta agli organi di polizia locale. Questi hanno da subito provveduto nell’evacuare la zona, perquisendo i dipendenti che uscivano dalla caffetteria. Il timore è che la donna avesse un complice e che questi sfruttasse la folla per confondersi ad essa e successivamente dileguarsi dopo l’attentato alla sede di Youtube.
Per quanto riguarda le condizioni di salute dei feriti, solo uno sembra un serio pericolo di vita. Si tratta di quattro persone, tutte sotto i 40 anni, che si trovavano lì per la consueta pausa pranzo. L’attacco è avvenuto infatti intorno alle 12:45, ora locale. Prestando ascolto ad alcune testimonianze sembra che chi ha sparato conoscesse le sue vittime
, tra queste ci sarebbe anche il suo fidanzato.Ora gli ospedali nella zona sono stati allertati e si aspetta di scoprire se ci siano altri coinvolti nella sparatoria. Intanto viene prestato conforto alle persone presenti visibilmente sotto shock.
Il presidente Trump è stato immediatamente informato dell’accaduto. Si è espresso tramite il suo account Twitter con un messaggio in cui esprime vicinanza alle vittime e rivolgeva I propri elogi alle forze di polizia per la prontezza dimostrata. Ma intanto questo episodio rischia di essere l’ennesima tegola per il candidato repubblicano.
In questo periodo negli Stati Uniti c’è grande fermento intorno al dibattito sulla vendita delle armi. Risale a poco più di un mese fa la sparatoria avvenuta nella High School di Parkland in Florida. Un diciottenne aveva aperto il fuoco contro i suoi compagni di scuola, con il terribile bilancio di 17 morti e circa 50 feriti. Solo pochi giorni fa si è tenuta una marcia contro la vendita libera della armi, soprattutto quelle più letali come i fucili d’assalto, che pure sono acquistabili da normali cittadini.
L’iniziativa, svoltasi col nome di “March for our lives” a Washington, ha coinvolto migliaia e migliaia di persone, con grande partecipazione tra i più giovani. È evidente che negli Stati Uniti si sta sempre di più facendo largo una domanda si aggiornamento e revisione delle leggi che regolano la vendita di armi. Come rispondere anno le istituzioni? Soprattutto alla luce dei fatti di sangue che continuano a susseguirsi, come quello avvenuto oggi.