Uno smartphone Android non è da considerarsi soltanto come un prodotto fine a se stesso ma piuttosto quale un investimento sul medio e lungo periodo. Avere tra le mani un telefono da €1.000 che non riceve aggiornamenti è come pretendere di garantire la sicurezza di una banca con un chiavistello da ferramenta montato su una porta in legno.
La sostanziale differenza tra uno smartphone Apple ed un telefono Android sta proprio in questo: gli aggiornamenti sono limitati nel tempo e supportati solo esternamente dalle varie community di terze parti. Per assicurarsi quindi un piano di aggiornamento ufficiale adeguato al medio periodo bisogna considerare non solo le caratteristiche tecniche dei dispositivi ed il loro rapporto qualità/prezzo ma anche il supporto dello sviluppatore.
Come scegliere lo smartphone Android che offre più aggiornamenti
Abbiamo visto come vi sono 10 errori imperdonabili che tutti noi commettiamo nell’utilizzo quotidiano del nostro smartphone. Accanto alle considerazioni riguardo gli spropositi di utilizzo si collocano errori di fondo percepibili già in fase di acquisto. Uno di questi è sicuramente l’irruenza nella scelta del primo dispositivo che capita.
Prima di gettarvi dirompenti nell’acquisto del primo smartphone che trovate prendete in esame queste essenziali considerazioni.
Uno sguardo al passato
Consultare lo storico aggiornamenti di un produttore è un buon metodo per arginare il problema update bloccati. Non si deve pensare che un brand che aggiorna i dispositivi sia disposto ad aggiornare tutti i suoi telefoni. Lo prova l’ultima manovra Samsung che in ultimo ha abbandonato il supporto software per i suoi ex-top di gamma 2015 della serie Galaxy S6 (variante Edge Plus esclusa). Risulta chiaro quindi che è necessario farsi un’idea precisa anche nel caso in cui ci si appresti a comprare un terminale in usato garantito.
Non prendere per buone tutte le opinioni, informati meglio
Nonostante la puntualità del produttore per l’update dei propri device occorre attuare una campagna di informazione ad ampio raggio. Consultare i forum alla ricerca di testimonianze dirette è un buon modo per per avere dettagli accurati sul passato di un costruttore e sulle sue future intenzioni.
Vai di top di gamma, e stai sicuro
Non tutti possono permettersi un top di gamma. Ciononostante avremo la sicurezza di ottenere un device aggiornato per almeno 2 o 3 anni dalla sua uscita. Potrebbe valere la pena farci un pensierino. Non credete? Se non volete spendere una fortuna conviene però aspettare almeno 2 mesi dopo la commercializzazione e puntare su store online che spesso e volentieri propongono soluzioni ad un terzo del prezzo di lancio.
A dispositivi famosi aggiornamenti “corposi”
I major update ed i fix da volersi per le patch mensili e trimestrali vengono concessi a device con brand famosi. Questa è una certezza. Aziende più piccole, spesso provenienti d’oltreoceano, lanciano i propri device e non aggiornano più le piattaforme software.
Le probabilità che una società del genere effettui l’update dei suoi device sono piuttosto basse, eccezion fatta per brand del calibro di Huawei e Xiaomi, che pur provenendo dalla Cina si sono fatti strada nel mercato Europeo ed Internazionale con i loro prodotti aggiornati periodicamente.
Dispositivi Android One e Android Stock
Avete notato che i primi dispositivi a ricevere le Developer Preview sono quelli a marchio Google. Beh, di certo non è un caso. I produttori infatti applicano le varie personalizzazioni e non garantiscono l’usabilità di un sistema Stock che porta al minimo le aggiunte grafiche ed alle funzioni. I device della linea Pixel Phone, ad esempio, hanno ricevuto già da tempo Android Oreo e si sono preparati ad Android P ed a tutte le nuove aggiunte.
In alternativa è possibile investire in uno Xiaomi Mi A1 o in un HTC U11 Life che offra interfaccia basilare Android One. Si tratta di terminali che fanno della semplicità la loro carta vincente. Niente fronzoli e sistemi sempre aggiornati.
Dispositivi brandizzati? No, grazie.
I device commercializzati dagli operatori incontrano non poche difficoltà nel processo di rilascio degli aggiornamenti, anche se non bisogna certo fare “di tutta l’erba un fascio”. In generale funziona così: la società testa gli aggiornamenti, li rilascia alle versioni No Brand dei device in versione “liscia” e successivamente passa le stesse ROM ai vettori di telefonia mobile che applicano opportune mod alle applicazioni proprietarie.
Un caso clou? Quello relativo al fatto che lo stesso device brand non riceva gli aggiornamenti rispetto al device stock. Impossibile? Invece no, è già capitato. In questo caso si consiglia di preferire device no-brand, consci del fatto che non si offre pagamento a rate con promo inclusa e possibilità di cambiare smartphone con l’uscita di un nuovo top di gamma.
Che cosa ne pensate di questi consigli? Avete incontrato qualche difficoltà ad aggiornare il vostro telefono? Android Project Treble potrebbe risolvere in via del tutto definitiva il problema frammentazione Android? Lasciateci pure tutti i vostri personali commenti.