Google ha l’abilità di introdurre servizi digitali che semplificano la vita. Per continuare la sua tradizione, l’azienda vuole rendere anche una figura umana come la baby-sitter in digitale. In un brevetto di 28 pagine depositato in Europa tre anni fa, mostra come costruirà questa particolare figura.
Il brevetto rientra nella classe “Dispositivi e metodi per proteggere i bambini non sorvegliati in casa”. In termini generali, il brevetto descrive una piattaforma che aiuterà i genitori o le babysitter a fornire un livello superiore di assistenza ai bambini. I documenti citano anche i potenziali rischi per i bambini. “Di conseguenza, vi è la necessità di dispositivi e metodi migliorati per proteggere i bambini senza controllo in una casa o in un’altra struttura.
“Il sistema lavorerà insieme ad un “sistema di server legato al fornitore della smart home” e si connetterà con 10 o più dispositivi per aiutare a monitorare e salvaguardare i bambini. Un altro esempio citato nel brevetto riferisce: “C’è un bambino nello studio e nessuno lo sta controllando, le prese elettriche inutilizzate nella stanza verranno disattivate”.
Il sistema mostrerà anche lampeggianti o allarmi audio quando il bambino resterà privo di controllo. Il sistema sarà in grado di controllare spine e prese, elettrodomestici intelligenti, videocamere e persino le porte, se necessario. Tutto ciò sarà possibile attraverso una complessa serie di moduli. Il brevetto suggerisce inoltre che la piattaforma sarà in grado di controllare un sistema HVAC intelligente, gli allarmi fumo e CO2 ed i sistemi di sicurezza.
La babysitter digitale di Google potrebbe essere utilizzata anche nei casi in cui un genitore dovesse uscire improvvisamente per eseguire una commissione, o resti bloccato nel traffico e durante qualsiasi altra emergenza. Google deve ancora pronunciarsi in merito a tutto ciò.
Sebbene la società ha provveduto a rilasciare una dichiarazione in cui si afferma: “Deteniamo brevetti su una varietà di aspetti, alcune di quelle idee maturano successivamente in prodotti o servizi reali, altre no. Gli annunci di nuovi prodotti non devono necessariamente essere ricercati all’interno dei nostri brevetti”.