Quest’anno la ricerca si basa su un campione di 1500 persone residenti in Italia con un età compresa tra i 15 e i 64 anni; è stata quindi studiata un’ampia fascia d’età rappresentativa degli utilizzatori reali dei social network, utile a descrivere un quadro generale dell’uso quotidiano, e non solo, di queste piattaforme nel nostro paese.
Gli studiosi continuano a fare una netta distinzione tra quello che può essere un utilizzo abituale dei social network e un uso sporadico, detti anche utilizzo di cittadinanza e utilizzo funzionale. I dati relativi a queste due definizioni mostrano come nel primo caso continui a essere evidente come le piattaforme appartenenti a Mark Zuckerberg siano quelle che riescono ad affermarsi maggiormente rispetto alle altre e quindi come continuino ad essere quelle maggiormente impiegate.
Facebook e instagram (primo e terzo posto nella classifica) risultano essere infatti ancora i social network più utilizzati da chi si collega più volte nella stessa giornata.
Sono sempre di sua proprietà le due piattaforme utilizzate più frequentemente per la messaggistica istantanea (ovvero Whatsapp
Tuttavia, mentre nei confronti di Facebook e Messengerer (applicazioni che ricordiamo sono state create direttamente da Zuckerberg) gli utenti mostrano un apprezzamento stagnante o peggio ancora in calo in questi ultimi anni, Instagram e Whatsapp (che ricordiamo sono state invece acquistate) mostrano un apprezzamento in costante crescita dove la prima è quotidianamente usata da circa il 75% dei giovani e giovanissimi.
Un altro aspetto che emerge dalla ricerca è legato all’approccio che hanno i cittadini italiani nei confronti della pubblicità sponsorizzate sui social network che varia infatti da piattaforma a piattaforma. Anche su questo frangente i due social network più utilizzati (Facebook e Instagram) hanno la meglio; di fatto gli annunci presentati sono considerati utili dagli utenti interpellati per il 26% su Facebook e per il 33% per quanto riguarda Intagram.
È emerso inoltre un fattore preoccupante dalla ricerca, o almeno non proprio positivo, ovvero che circa un terzo degli utenti intervistati non sia in grado di distinguere i post pubblicitari generati dagli sponsor da quelli invece postati da amici o in generale dai soggetti seguiti.
Questo aspetto ci dice da un lato come la pubblicità riesca a camuffarsi tra i vari post, e quindi come riesca ad individuare a pieno i nostri gusti e interessi, ma dall’altra parte ci fa notare come molti utenti non siamo più in grado, o non prestano attenzione, a quelli che possono essere i contenuti reali (legate a persone reali seguite) e quelli costruiti artificiosamente per colpire la nostra attenzione e portarla verso un qualsivoglia prodotto.