Lo scorso dicembre, attraverso la delibera 172/17 votata dal Parlamento, sono stati ufficialmente banditi i pagamenti ogni 28 giorni. Le compagnie telefoniche e non solo (si legga Sky) sono state quindi costretta a ritornare sui loro passi.
Lo sconforto per i provider non è durato poi molto. TIM, in primis, seguita a ruota da Vodafone e Wind ha deciso di non rinunciare all’indotto extra portato dalla tredicesima mensilità.
Le compagnie hanno quindi deciso di aumentare le tariffe dell’8,6% su base mensile. In questo modo la spesa annua del 2018 non cambierà rispetto al 2017.
Il cambio di scena
Lo scenario però è cambiato in queste settimane. L’AGCOM ha denunciato questa pratica, mettendosi al fianco dei consumatori.
Dopo un’ammonizione formale, Vodafone ha agito per prima, decidendo di eliminare gli aumenti dell’8,6%. Ora, a distanza di poche ore, arriva la contromossa di Wind.
La contromossa di Wind
Wind non applicherà la stessa filosofia di Vodafone. Il provider, per cercare di far chiudere un occhio all’AGCOM, proporrà ai suoi clienti un piccolo sconto. Anziché applicare un surplus pari all’8,6%, gli utenti saranno costretti a pagare su base mensile l’8,3% in più rispetto ai prezzi del 2017.
I pagamenti che già sono stati effettuati nel corso di questo mese saranno rimborsati sotto forma di credito extra a partire dal prossimo maggio.