Gli smartwatch, che siano di Apple o di altre compagnie, sembrerebbero aver preso un’unica direzione, una legata alla saluta. La tecnologia ha permesso di introdurre in questi dispositivi diversi sensori in grado di analizzare parametri vitali, alcuni più complessi di altri. Quello più comune ormai è quello della misurazione del battito cardiaco che utilizza una sorgente luminosa per “analizzare” il circolo sanguigno. Per i suoi smartwatch, la compagnia di Cupertino potrebbe avere sfruttato i brevetti messi appunto da un’altra società
Omni MedSci
Questa startup sanitaria, con sede nel Michigan, ha accusato Apple di aver violato quattro dei loro brevetti. Il fondatore, Islam, aveva presentato tali progetti a dei dipendenti di quest’ultima per via di un partnership che era in corso, ma dopo averlo fatto non ha più avuto loro notizie. Tra di questi, uno parlava anche della possibilità di misurare il glucosio, la stessa cosa che Apple aveva annunciato qualche mesa fa.
Di per sé, i brevetti parlano dell’utilizzo di una sorgente luminosa su un dispositivo indossabile per effettuare misurazioni di sangue. Una dicitura abbastanza semplice, usata da tutti i dispositivi del genere tanto che il fondatore di Omni ha anche citato in giudizio Nokia, Verizon e addirittura Huawei. Viene difficile dargli credito anche per via delle tempistiche. A quanto pare i brevetti erano stati mostrati ad Apple nel giugno del 2014, pochi mesi prima del lancio dello smartwatch della compagnia. In quel periodo era già pronto il sensore di frequenza udito ed è lecito pensare che erano già quasi pronti anche per gli sistemi.
Apple non ha ancora rilasciato nessun commento.