Omni MedSci è una startup tecnologica che si occupa di medicina di cui nelle ultime ore stanno parlando tutte le testate giornalistiche più importanti. Il perché è presto detto: il CEO Dr. Mohammed N. Islam ha accusato Apple di aver rubato alcune delle sue tecnologie per introdurre nel cardiofrequenzimetro di Apple Watch.
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Secondo quanto riportato dall’accusa, Apple si sarebbe appropriata indebitamente di quattro brevetti registrati dalla startup negli ultimi due anni. Nello specifico, le proprietà intellettuali in questione descrivono il funzionamento di un dispositivo indossabile in grado di misurare la frequenza del battito cardiaco.
Una misurazione che avviene attraverso l’utilizzo di luci LED infrarosse. Le stesse attraverso le quai il dispositivo indossabile può anche effettuare analisi del sangue e di stimare il livello di glucosio nel sangue. Ma il problema è che questi brevetti sono stati approvati solo nel 2017 e nel 2018, quando Apple Watch è già presente sul mercato da anni.
Apple Watch, l’indossabile di Cupertino utilizza tecnologie rubate ad una startup?
A sottolinearlo è lo stesso CEO spiegando che nel 2014, all’inizio del mese di giugno, ha incontrato personalmente un team di ingegneri e progettisti Apple per discutere proprio dei suoi brevetti. Un incontro al quale ne sono seguiti altri due, uno a febbraio 2015 ed uno nel giungo 2016, dove a nome della Omni MedSci venivano mostrati i miglioramenti ai brevetti.
L’intento di questi incontri è chiaro: il CEO voleva a tutti i costi collaborare nella produzione dell’Apple Watch o sperare in un acquisizione della propria startup dai vertici di Cupertino. Ma non è andato come previsto e in occasione dell’ultimo incontro, Apple ha interrotto improvvisamente qualsiasi comunicazione tra i propri ingegneri e la startup.
Una delusione per il CEO che oltre a vedersi sbattere la porta in facce ha visto sottrarsi le sue tecnologie, anche se in parte. Ed è per questo motivo che accusa Apple facendogli causa e chiedendo in sede di tribunale un risarcimento economico, il pagamento delle spese processuali ma soprattutto il ban delle vendite di Apple Watch.
Questo vuol dire vietare la commercializzazione di Apple Watch. Un’impresa che ha dell’utopico ma di cui siamo curiosi di conoscere i risvolti visto che a seguirla c’è una corte distrettuale del Texas che spesso ha sorpreso tutti per le sue decisioni a favore di chi è il proprietario dei brevetti.
Se il nome Apple, dunque, non spaventerebbe la corte c’è da dire che il primo incontro è già troppo vicino alla presentazione dell’indossabile che a prescindere dalle tecnologie mostrate era già maturo a livello tecnologico.