Come ben saprete, è molto più semplice trovare delle applicazioni dannose sul Play Store che su Apple Store, perché l’azienda di Cupertino ha davvero una linea molto rigida. Questo non significa che Google non lavori abbastanza per tenerle lontano, semplicemente lascia più “spazio” agli sviluppatori. Mossa non sempre azzeccata in quanto poi alcuni di essi si rivelano essere dei furbetti.
La piattaforma infatti, dopo aver scoperto migliaia di applicazioni pericolose, ha deciso di eliminarle dal Play Store e di prendere delle misure preventive più rigide.
Google ha recentemente aggiornato le norme che regolano la privacy e la sicurezza del suo Centro Sviluppatori. Ha inoltre introdotto delle nuove limitazioni per tutte le applicazioni pericolose. Soprattutto per quelle che promettono di creare documenti falsi. Le nuove regole, le potete leggere per interno nella pagina dedicata sul sito ufficiale del Play Store.
Tra le regole, potrete trovare una sezione che parla appositamente delle applicazioni sopra citate
. Google ha dichiarato: “Non sono ammesse le app che aiutano gli utenti a ingannare gli altri, incluse tutte quelle app che generano o favoriscono la generazione di carte d’identità, codici fiscali, passaporti, diplomi, carte di credito e patenti di guida“. E continua dicendo: “Eventuali app rivendicate come “scherzo” o create “per scopi di intrattenimento” (o altri sinonimi) non sono esenti dall’applicazione delle nostre norme”.Le applicazioni incriminate sono davvero tantissime e il processo di rimozione è tutt’ora in corso, è possibile quindi che alcune di queste siano ancora visibili sul Play Store. Google non ha ancora comunicato i provvedimenti che prenderà contro gli sviluppatori di queste applicazioni, nel caso più grave, verranno banditi dalla piattaforma. Da pochissimo Google ha rimosso oltre 700.000 applicazioni che violavano le politiche della società. Il nostro consiglio è ovviamente quello di non scaricare assolutamente applicazioni che vanno contro la politica dell’azienda e soprattutto, contro la legge.