instagram Una nuova campagna emersa di recente mette in evidenza più di 100 hashtags. Essi mirano a contrastare ciò che potrebbe mettere in pericolo soprattutto i bambini sui social media.

Una combinazione di condivisione e genitorialità, “sharenting” è diventato un luogo comune. Tale termine rappresenta un numero crescente di mamme e papà che pubblicano foto e video dei propri figli online. I momenti condivisi tramite foto e video potrebbero sembrare innocenti. Purtroppo, è una sfortunata realtà che queste immagini possano essere usate in modo scorretto dai predatori.

Le ragazze utilizzano i social media per più di 3 ore al giorno, il doppio del tempo rispetto a prima. In effetti, la ricerca mostra che all’età di due anni il 90% dei bambini è già sui social media. Questo è esattamente il motivo per cui Child Rescue Coalition – un’organizzazione senza scopo di lucro, che lavora con le forze dell’ordine per rintracciare, arrestare e perseguire i predatori dei bambini – ha lanciato una nuova campagna per educare i genitori a sovraesporre i propri figli online.

Instagram non è sicuro, soprattutto per la privacy dei bambini: attenzione agli hashtags

Intitolata “Kids For Privacy“, la campagna mette in risalto oltre 100 hashtags tra cui #pottytraining e #bathtime. Vengono incoraggiati i genitori a pubblicare immagini del loro bambino con cartelli “Privacy Please” per nascondere la loro identità. Si spera che il movimento aumenti la consapevolezza e porti i genitori a capire che tutti i bambini hanno il diritto alla privacy. Mentre i genitori pubblicano ingenuamente foto intime e dettagli sui loro figli sui social media, non hanno idea di quanto facilmente queste immagini possano essere salvate e scaricate. “Il risultato finale potrebbe essere una generazione di bambini che crescono e trovano da molto tempo online molte delle loro vite private.”

Per proteggere i bambini, Child Rescue Coalition sta anche spingendo i genitori a porsi una serie di domande prima di condividere l’immagine dei loro figli sui social media, tra cui:
“Perché sto condividendo questo? Voglio che qualcun altro condivida un’immagine come questa di me? Vorresti che questa immagine di mio figlio fosse visualizzata e scaricata dai predatori sul Dark Web? È qualcosa che voglio faccia parte della vita digitale di mio figlio?”
La campagna arriva dopo che la carità dei bambini dell’NSPCC ha esortato i genitori a riflettere due volte sulla pubblicazione di fotografie dei loro figli sui social media.

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