Il caso Cambridge Analytica non è passato inosservato neanche in Europa ed Italia. Facebook infatti, oltre ad essere apparsa davanti alla Commissione UE, dove peraltro ha svelato che gli europei coinvolti nella illecita raccolta dati sono 2.7 milioni di cui gli italiani potenzialmente sarebbero 214.134, adesso è oggetto di una istruttoria aperta dalla Agcm «per pratiche commerciali scorrette».
Come si legge sul sito dell’AGCM l’istruttoria si impone di analizzare gli aspetti concernenti:
- «l’informativa fornita dal professionista in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di app di società appartenenti al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi;»
- «l’automatica attivazione della piattaforma di scambio dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accederà o utilizzerà siti web e app di terzi, con validità autorizzativa generale senza alcun consenso da parte dell’utente, con sola facoltà di opt-out. In particolare, l’opzione a disposizione dell’utente di rinunciare o meno a tale modalità risulterebbe preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.»
Tali indagini hanno lo scopo di accertare se sono stati violati gli articoli 20, 21 ,22, 23, 24 ,25 del Codice di Consumo, in quanto Facebook non procederebbe in maniera esauriente e tempestiva ad informare coloro che si iscrivono al social network su come verranno gestiti i loro dati personali.
Facebook sempre più nei guai
Queste indagini che pare stiano per essere avviate in gran parte dei paesi europei, vengono immediatamente in seguito alle rivelazioni che una società di terzi chiamata Cambridge Analytica sia riuscita ad usare in maniera illecita le informazioni personali di 87 milioni di utenti del social network. Tali dati sarebbero stati utilizzati in campagne di microtargeting comportamentale ovvero di pubblicità progettate specificamente per ogni singola persona in base alle informazioni raccolte sulla stessa. Tali tattiche di microtargeting è stato ipotizzato, siano state usate anche durante le elezioni presidenziali americane per creare contenuti specifici a livello pubblicitario e di notizie false per condizionare il più possibile le intenzioni di voto dell’elettorato, rimane però, al momento, sconosciuto il livello di coinvolgimento della società Cambridge Analytica ammesso che ci sia stato.
I guai di Facebook però non finiscono qui, infatti, è emerso di recente che alcuni messaggi di Zuckerberg e di altri dirigenti siano stati eliminati dalle caselle di posta di Messenger dei destinatari senza che loro fossero avvertiti, cosa che non sarebbe possibile fare agli altri 1,3 miliardi di utenti della piattaforma. Il gigante di Menlo Park si è giustificato spiegando come avesse agito per proteggere la dirigenza da attacchi esterni come quelli che aveva interessato Sony nell’inverno del 2014, queste procedure coinvolgevano pertanto anche la modifica sul tempo di permanenza dei messaggi di alcuni dirigenti su Messenger.
Questa sequela di inconvenienti e rivelazioni ha danneggiato non solo l’immagine dell’azienda ma anche il suo valore di mercato che è sceso del 5% dopo le rivelazioni riguardanti Cambridge Analytica ovvero una diminuzione di circa 25 miliardi di dollari. Il CEO stesso ha ammesso che Facebook dovrà cambiare per poter riparare la fiducia con i suoi utenti ed ha messo in atto una serie di provvedimenti per far sì che ciò accada.