Google ha avuto spesso a che fare con cause del genere. In molti hanno fatto richiesta al colosso dell’informatica affinché delle vecchie informazioni venissero rimosse dal motore di ricerca. In alcuni casi, la compagnia ha accettato tale richieste, soprattutto in caso si trattasse di informazioni particolarmente private. Al contrario, la maggior parte delle volte, si sono rifiutati il che ha portato la questione nei tribunali in merito al diritto all’oblio dell’Unione Europea.
Il passato che ritorna
Come appena detto, non è la prima volta che la questione finisce in tribunale, ma non sempre ha dato gli stessi esiti. Questa volta, un uomo ha deciso di intraprendere questa strada vincendo. L’obiettivo dell’uomo era quello di nascondere il fatto che, in passato, era stato condannato per cospirazione con l’intento di intercettare delle comunicazioni. Detto così, sembra un reato grave, ma in realtà non è così. In virtù di questo, e del fatto che per il giudice inglese l’uomo mostrava sincero rimorso per quello che aveva fatto, la sentenza invitava Google ad onorare la richiesta.
Google ovviamente aveva cercato di controbattere affermando che la politica dell’UE su questo diritto non era da intendersi come un diritto a riscrivere la propria storia, o migliorare il passato. “Potresti anche esserti riabilitato, ma questo non significa che puoi fingere che la tua condanna non esista.” una delle argomentazione dell’avvocato della grande G.
Sostanzialmente, era la stessa linea difensiva usata in altro caso in cui un uomo voleva cancellare la sua accusa passata di falso in bilancio. Per quest’uomo però è finita diversamente in quanto il giudice riteneva che l’individuo era ancora predisposto a mentire agli altri.
Queste denunce spesso risultano nebulose. Per Google ed altre compagnie è difficile muoversi in questi casi. Risulta difficile valutare la gravità del reati e il grado di pentimento delle persone coinvolte.