Lo scorso Gennaio, TIM e le altre compagnie di telefonia hanno ufficializzato una mossa molto impopolare. Per ripicca all’abolizione dei pagamenti ogni 28 giorni, tutte le telco – forse di comune accordo – hanno preso provvedimenti a discapito degli utenti.
Con l’applicazione della legge 172/17 di dicembre 2017, il Parlamento italiano ha sancito la fine delle fatturazioni ogni quattro settimane. Ciò per tutti gli utenti avrebbe dovuto significare non pochi risparmi.
Le aziende di telefonia, invece, hanno deciso di agire di conseguenza con aumenti mensili pari all’8,6% al fine di mantenere inalterato il gettito economico pro capite su base annua.
Il giochino è stato però rovinato dall’AGCOM nelle ultime giornate. L’ente ha ammonito TIM, Wind e Vodafone per aumenti ritenuti incongrui e soprattutto non giustificati.
Per evitare querelle con l’AGCOM, Vodafone ha deciso di rinunciare alle rimodulazioni dei contratti. Ora è arrivato il momento di TIM.
Il brand italiano non eliminerà gli aumenti – che già hanno avuto inizio nel corso di questo aprile – ma applicherà uno sconto su di questi.
Anziché pagare l’8,6% in più ogni mese rispetto ai prezzi di inizio anno, gli utenti andranno a pagare il 7,9%. Lo sconto – pari a pochi centesimi – sarà effettivo dal prossimo mese di maggio.
Non sappiamo se con tale provvedimento TIM riuscirà a smorzare le ire dell’AGCOM. Certo è che i clienti si aspettano un’abolizione totale delle ultime rimodulazioni.